Grande festa a Cosenza con tanti colleghi per il pensionamento di tre colonne della Tgr

Rai Calabria saluta Condò, Pandullo e Rendace

La grande festa oggi nella sede di Rai Calabria

COSENZA – Il tempo passa inesorabilmente per tutti, ma qualche volta forse anche troppo in fretta. Da qualche giorno la Sede Rai della Calabria ha tre giornalisti in meno, perché sono andati in pensione Pasqualino Pandullo, Ugo Rendace, e prima di loro era già andato via Antonio Condò, che tutti noi abbiamo sempre chiamato Tonino.
Oggi a ricordare il lavoro e l’impegno di ognuno di loro è stato il capo della redazione giornalistica di Rai Calabria, Riccardo Giacoia, nel corso della festa di saluto che Ugo Rendace ha organizzato nella sede di Cosenza per salutare i colleghi vecchi e nuovi. Una sorta di ritorno a casa per Ugo Rendace, che era stato assunto quando la Rai era ancora in Via Montesanto, poi trasferitosi con tutti gli altri nella nuova sede di Viale Marconi, e infine a Crotone dove per 20 anni esatti ha raccontato le ansie la vita e le cronache della quinta provincia calabrese.
«La loro storia – ha sottolineato Riccardo Giacoia – come quella di tanti altri di noi, di tutti noi che abbiamo lavorato in Rai, è la storia di una generazione di giornalisti che ha dedicato alla Rai tutta la sua vita, dando alla Rai e ai calabresi l’esempio di una comunicazione libera e soprattutto severa e assolutamente reale».

Dino Gardi, Riccardo Giacoia, Ugo Rendace, Giampiero Mazza e Massimo Fedele

È stato lo stesso Ugo Rendace, commosso come non mai, a raccontare quanti sacrifici in realtà ci siano dietro la vita di un cronista e di un inviato come lui, ricordando i momenti più esaltanti ma anche più tristi di questo lavoro come il nostro.

Gregorio Corigliano e Ugo Rendace

Dopo di lui ha preso la parola Gregorio Corigliano, altra colonna portante della Rai, che da caporedattore della Tgr Calabria ha conosciuto benissimo tutti e tre i colleghi che oggi lasciano la Sede e che, «per oltre 30 anni – ha detto – hanno inseguito mille vicende diverse in giro per una regione complessa e non facile da coprire o da attraversare comodamente ogni giorno». Anche per lui è stata l’occasione per un saluto corale e un incontro con colleghi che hanno lavorato insieme a lui in passato, e colleghi arrivati dopo di lui e che oggi sono il vero nuovo motore della Rai calabrese.
«È sempre bello tornare a casa – ha ripetuto più volte Gregorio Corigliano – e lo è ancora di più in occasioni come queste in cui la memoria e il ricordo del passato diventano anima vera del presente». Insomma, quelli che lui nel suo ultimo libro chiama in maniera molto efficace “i luoghi della memoria”.
«È stato molto bello – aggiunge a nome dei vertici di Rai Senior Giampiero Mazza – rivedere e ritrovare questa nostra grande famiglia della Rai calabrese stringersi attorno a questi racconti che ogni giorno. Sono il film e il filo d’Arianna della nostra vita professionale».

Pino Nano

Lo confesso molto candidamente, rivedo sul mio cellulare le foto che mi arrivano in tempo reale dalla festa di Viale Marconi e la cosa mi emoziona e mi commuove non poco, perché nelle immagini sfilano uno dopo l’altro compagni e compagne di lavoro che sono stati anche la parte più bella della mia vita. Giorni, mesi, anni assolutamente indimenticabili, lo dico qui una volta per tutte.
Le storie di Tonino Condò, Ugo Rendace e Pasqualino Pandullo – il giudizio  è unanime qui nel salone della festa – sono storie emblematiche di giornalisti che hanno raccontato la Calabria per oltre 35 anni, e nel loro caso specifico posso dirvi che l’hanno fatto con il cuore oltre che con il computer e la macchina da presa. Dietro ognuno di loro ci sono “pezzi di Calabria” e momenti indimenticabili che ognuno di loro ha raccolto e raccontato con la consapevolezza piena di farlo per una grande azienda di Stato come lo è la Rai. Da oggi, dunque, 2 marzo 2025, la Rai perde per strada un altro pezzo importante della sua macchina operativa.
«Dire a tutti loro grazie per quello che hanno rappresentato – sottolinea il caporedattore Riccardo Giacoia, che già la settimana scorsa insieme al capo della Segreteria di redazione Mario Tursi Prato era stato a Crotone per salutare personalmente Ugo Rendace – è solo molto retorico e molto poco. Ma a tutti loro la Rai in Calabria deve davvero tantissimo».

Gregorio Corigliano, Riccardo Giacoia, Vera Guagliardi, Ugo Rendace, Massimo Fedele e Francesco Mancini

Naturalmente non poteva mancare il direttore di Sede, Massimo Fedele, anche in questa occasione commosso per così tanta partecipazione alla festa di commiato, e con lui i veterani della Rai di Via Montesanto: un nome per tutti quello di Carla Vertecchi, storica responsabile dell’ufficio del personale, la signora che il 24 maggio del 1982, a Gregorio Corigliano e a me, fece firmare davanti ad una giovanissima Rosalba Valentini il nostro primo contratto di assunzione, per poi accompagnarci al terzo piano, in redazione, per affidarci ad un’altra giovanissima Tina Fava che, ne fatti, era il capo dell’allora segreteria di redazione della vecchia sede. Ma non solo loro.

Aldo Pitassi, Tonino Perri, Ugo Rendace, Gregorio Corigliano e Giovanni Scarinci

A questa reunion c’erano tantissimi altri compagni di lavoro con cui abbiamo trascorso tutti insieme gli anni più belli della nostra vita professionale.
Ma chi sono i giornalisti andati in pensione?
Pasqualino Pandullo è stato capo della Redazione Giornalistica di Rai Calabria. È nato a Tropea il 14 febbraio 1958, giornalista professionista dal 27 giugno 1986 (praticantato al quotidiano “Oggisud”), lavora dal gennaio 1988 alla Tgr Rai Calabria, divenendone caposervizio nel gennaio 2000, vice caporedattore nel marzo 2007, caporedattore dal 16 settembre 2019.

Pasqualino Pandullo

Assieme alle funzioni di line ed alla realizzazione di servizi per il regionale, ha fornito anche numerosi contributi alle testate nazionali dell’emittente pubblica radiotelevisiva (come per la Rubrica “Regioni e ragioni del Giubileo”). Da conduttore, per 25 anni, del Tg regionale, è stato citato dal Magazine “Sette” del Corriere della Sera. Ha svolto attività sindacale nell’Usigrai, come componente, a varie riprese, del Cdr calabrese. Ha insegnato “Tecnica degli audiovisivi” in un corso di perfezionamento post-laurea in Metodologie dell’Informazione e della Comunicazione, istituito nel 1997 dall’Università della Calabria. È stato il tutor aziendale per la Calabria nel Progetto di alternanza Scuola Lavoro promosso da Rai, nell’ambito di Rai Porte Aperte, culminato l’11 maggio 2018 a Torino con l’evento finale di presentazione. È stato il presidente regionale dell’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) assumendo numerose iniziative dirette a qualificare il profilo deontologico dell’attività giornalistica. È tra i fondatori dell’Accademia degli Affaticati, l’Associazione culturale nata nel 2006 – che ha presieduto fino al 2013 – per promuovere il “Premio Tropea Letterario Nazionale”.

Da sinistra: Pino Nano, Emanuele Giacoia, Giovanni Scarinci e Pasqualino Pandullo

«Lascio la Rai – afferma oggi – con la consapevolezza assoluta di aver vissuto dentro questa azienda una bellissima stagione della mia vita. Anni indimenticabili accanto a colleghi e compagni di lavoro che mi porterò dentro per sempre».
Ugo Rendace è nato il 15 febbraio 1958 a Cosenza. «Mi ritrovo in Rai – racconta sempre – grazie all’amore per la fotografia. Idoneo al concorso per operatore di ripresa del 1982, il 26 maggio1983 segnò il primo giorno di lavoro in Rai. Fu la scoperta di un mondo – ricorda – fatto di donne e uomini, che hanno segnato la mia crescita professionale e la mia vita.

Ugo Rendace

Erano gli anni della guerra di mafia a Reggio Calabria, in una Calabria per me sconosciuta. Un lavoro molto particolare, che mi diede la possibilità di lavorare accanto a giornalisti che mi hanno trasmesso l’amore per un “mestiere” affascinante quanto unico». Vanta migliaia di servizi in tutti i comuni della regione che «mi hanno fatto conoscere posti unici e “donne e uomini” speciali. Lavorare accanto a Emanuele Giacoia, Franco Bruno, Raffaele Malito, Domenico Nunnari e Gregorio Corigliano, mi ha permesso di acquisire un bagaglio professionale notevole». Decine anche i servizi firmati e realizzati all’estero: Israele, Albania, Romania, Macedonia, Cipro, Moldavia, Inghilterra, Polonia, Germania, Argentina, fino al giorno in cui fu possibile passare davanti alla telecamera. L’11 novembre 1992 l’iscrizione all’albo dei giornalisti elenco professionisti, poi il contratto applicato dall’azienda. Il cambio di mansione arriva solo il 1° luglio 2005. Il direttore di allora della Tgr, Angela Buttiglione, lo trasferisce a Crotone con la mansione di redattore territoriale.

La sede regionale di Rai Calabria a Cosenza

«Una nuova vita professionale, una splendida avventura – ricorda – condivisa nel momento più importante con il caporedattore dell’epoca, Pino Nano. Da lui oltre agli insegnamenti di una vita di lavoro condivisa, un solo consiglio: “provaci sempre, con dedizione, passione e professionalità”. Un consiglio, diventato il faro della mia vita».

Antonio Pio Condò

Antonio Pio Condò è nato a Gerace il 28 novembre 1953. Giornalista professionista, opera nel mondo dell’informazione da metà degli anni 70. Ha collaborato con le prime emittenti televisive e radiofoniche private della Locride. È stato corrispondente del quotidiano “Il Giornale di Calabria” (direttori Piero Ardenti e Giuseppe Soluri). Già collaboratore del settimanale “Il Piccolissimo” ha diretto la sede di Locri di “Telespazio Calabria” e curato servizi anche per Tg5, Rete 4 ed Italia 1. Già corrispondente dell’Agenzia Giornalistica Italia, di Gazzetta del Sud, cofondatore e direttore responsabile di un mensile e dei primi giornali on line. Componente effettivo del Collegio dei Probiviri del Sindacato Giornalisti della Calabria e della Fnsi, è stato docente di corsi di giornalismo in varie scuole superiori e, su incarico dell’Odg Calabria (accordo Miur-Ordine Nazionale Giornalisti), di corsi preparatori all’esame di maturità (articoli e saggi). Per alcuni anni ha avuto un contratto con la trasmissione televisiva di Rai Due “Detto tra noi”, condotta da Piero Vigorelli. Componente della grande famiglia della Tgr Rai dal 1989, prima come “informatore” e curatore di testi a corredo di immagini e successivamente – fino a oggi – come redattore territoriale dalla Locride. Di certo, senza di lui la Locride si sentirà sola e a tratti anche abbandonata, ma il lavoro che ha fatto Tonino Condò laggiù, lontano da tutti, rimarrà nella storia di questa regione. (giornalistitalia.it)

Pino Nano

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