ROMA – Nelle ore febbrili delle trattative tra M5S e Lega su decreto fiscale e manovra, le scintille nella maggioranza investono anche la partita delle nomine Rai. Matteo Salvini assicura al quotidiano Il Messaggero che il Governo non ha intenzioni punitive e punta a “valorizzare le risorse interne e non lottizzare”, ma le sue parole provocano la reazione stizzita dei pentastellati. “La Rai deve restare libera dalle pressioni politiche. Questo è l’unico modo per rilanciarla realmente. Fabrizio Salini e Marcello Foa sono garanzia di imparzialità e competenza. Le nomine non le fa Salvini. Basta fare i fenomeni”, precisano fonti del Movimento.
Dal Carroccio nessuna replica: “il nervosismo dei Cinque Stelle nasce da divergenze al loro interno. Noi siamo tranquilli, un’intesa si troverà nei prossimi giorni”, gettano acqua sul fuoco fonti parlamentari leghiste. Mentre dal Pd si leva la protesta di Michele Anzaldi, che bolla le parole di Salvini come “gravissime: vogliono occupare e lottizzare infrangendo ogni legge” e annuncia un esposto ad Anac e Agcom.
Se un accordo quadro sul nuovo organigramma di Viale Mazzini sarà raggiunto in queste ore, il Cda potrebbe riunirsi giovedì o al più tardi venerdì, ma al momento ci sono tutte le condizioni che fanno pensare ad uno slittamento alla prossima settimana. Lo scoglio principale – da cui a cascata discendono le altre nomine – resta il Tg1: la Lega continua a rivendicare la testata ammiraglia, perché il M5S ha indicato l’amministratore delegato, mentre i Cinque Stelle sono convinti che Salvini alzi la posta perché nella trattativa trovi poi spazio anche Forza Italia.
Il tam tam di Viale Mazzini scommette ancora sul derby interno tra Franco Di Mare e Gennaro Sangiuliano, con il primo in pole position come soluzione di compromesso e il secondo eventualmente dirottato al Tg2. Ma nei rumors, in ambienti M5S, circolano ancora i nomi di Andrea Bonini, uomo di Sky che sarebbe sostenuto da Emilio Carelli, e Alberto Matano, che avrebbe l’appoggio di Vincenzo Spadafora.
Luca Mazzà potrebbe restare al Tg3 – in linea con la volontà di Salvini di non fare epurazioni e lasciare spazio all’opposizione – anche se in queste ore crescono le quotazioni di Federica Sciarelli, volto di punta della rete, che in alternativa potrebbe andare a dirigere Rainews 24.
Alla TgR dovrebbe restare Alessandro Casarin. Ma caselle chiave sono anche la direzione di RadioRai e di Rai Sport (testata per la quale si fa il nome Maurizio Losa).
Quanto alle reti, a Rai1 viene dato ancora in vantaggio Marcello Ciannamea, a Rai3 dovrebbe restare Stefano Coletta, mentre a Rai2 potrebbe tornare Carlo Freccero. Ma non si escludono sorprese: i veri nomi – sussurra qualcuno – sono ancora top secret.
Intanto, domani il ministro azionista Giovanni Tria è atteso in commissione di Vigilanza: si tratterà con ogni probabilità di un’audizione tecnica, incentrata sui conti del del servizio pubblico, sull’applicazione del contratto di servizio, sui costi, in particolare degli appalti esterni. Di nomine, linee editoriali della nuova governance, produzioni esterne, si parlerà piuttosto nei prossimi giorni, nell’audizione “di rito” dei nuovi vertici: la richiesta di convocazione per il presidente Marcello Foa e l’ad Fabrizio Salini, firmata dal presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, è partita proprio oggi per Viale Mazzini. Foa, intanto, da tre giorni è a Tel Aviv: “Domani parteciperò a Gerusalemme alle celebrazioni per il 65° anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, poi conferenza all’Istituto italiano di cultura”, ricorda su Twitter. (ansa)