ROMA – Piano straordinario di incentivazione all’esodo volontario per il personale della Rai. È destinato a quadri, impiegati, operai e giornalisti, entro il limite massimo di 15 milioni di euro, e «verrà utilizzato quale parametro dell’età per la pensione di vecchiaia la soglia dei 67 anni, in quanto limite applicabile non solo nel 2020, ma anche nel biennio 2021-2022 per effetto del più recente decreto sulle aspettative di vita».
Il piano reca la firma dell’amministratore delegato Fabrizio Salini ed è stato deliberato dal Consiglio di amministrazione di viale Mazzini, nella seduta del 17 dicembre scorso, che ne ha affidato la gestione alla Direzione Risorse Umane e Organizzazione.
L’iniziativa di incentivazione è rivolta al personale con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato e suddivide i potenziali beneficiari in due “bacini” di riferimento: lavoratori in possesso dei requisiti per il diritto alla pensione anticipata (la cosiddetta “quota 100” dalla quale sono esclusi i giornalisti) o che maturino quei requisiti (almeno 62 anni di età anagrafica ed almeno 38 anni di anzianità assicurativa e contributiva, conseguibile anche con il cumulo delle retribuzioni accreditate in più gestioni) entro il 2021 e lavoratori per i quali le prestazioni pensionistiche di riferimento sono la pensione di vecchiaia (67 anni di età ed almeno 20 di anzianità assicurativa e contributiva), la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di anzianità assicurativa e contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) o la pensione di anzianità per i giornalisti (62 anni e 5 mesi con almeno 40 anni e 5 mesi di anzianità assicurativa e contributiva, salvo chi aveva già i “vecchi” requisiti al 31 dicembre 2016 e può ancora beneficiare delle regole pregresse).
Per la concessione degli incentivi verrà data priorità al criterio cronologico di presentazione delle domande nelle quali dovrà essere indicata la data di cessazione dal servizio (entro il 30 settembre 2021) che non potrà essere superiore alla fine del terzo mese successivo e precedente al 28 febbraio 2021.
La Rai evidenzia che «l’importo dell’incentivo da erogare, da considerarsi lordo ed onnicomprensivo e, naturalmente, aggiuntivo rispetto alle “normali” spettanze di fine rapporto (es. TFR, ratei delle mensilità aggiuntive) e nel rispetto degli accordi collettivi applicabili a ciascuna categoria, è calcolato in una certa misura delle mensilità della retribuzione teorica annua lorda (RAL)».
In particolare, per i “Quota 100” verranno riconosciute da 2 a 16 mensilità a coloro a cui mancano da 1 a 5 anni per raggiungere il requisito della pensione di vecchiaia. Fino a 24 mensilità vengono, invece, concesse per le altre forme di pensionamento, in considerazione dell’età al momento della cessazione del rapporto di lavoro (incentivo principale) e degli anni di distanza dal conseguimento della prima forma di pensionamento utile, vecchiaia o anticipata/anzianità (incentivo aggiuntivo). In questo caso è richiesta, comunque, un’età non inferiore a 61 anni.
Le domande per chiedere la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e ottenere gli incentivi della Rai potranno essere presentate dal 4 gennaio al 5 luglio 2021. Di conseguenza, se questo piano di incentivi, da un lato, fa felice qualcuno, dall’altro andrà a gravare su un Inpgi che si vedrà privare anticipatamente dei contributi e dovrà pagare le pensioni. (giornalistitalia.it)