MILANO – «Questo notiziario è andato in onda senza le voci dei collaboratori esterni di Radio Popolare, corrispondenti dall’Italia e dall’estero, che sono in sciopero fino alla mezzanotte di oggi per il riconoscimento del proprio ruolo e l’adeguamento dei compensi, decurtati durante i 5 anni di crisi e mai ripristinati, compensi che in alcuni casi toccano i 10 euro lordi a pezzo».
È il testo che il Comitato di redazione di Radio Popolare sta leggendo nel corso dei notiziari in onda oggi, spiegando le ragioni dello sciopero: «I corrispondenti, tramite il Cdr e il sindacato dei giornalisti, hanno chiesto più volte inutilmente la convocazione urgente di un tavolo di trattativa per discutere queste richieste. Hanno quindi affidato al Cdr un pacchetto di 7 giorni di sciopero. Il Cdr autorizzerà eventuali deroghe nel caso di emergenze giornalistiche sul coronavirus o altri eventi non previsti dalle sedi dei corrispondenti».
Quella odierna «è la prima delle 7 giornate di astensione dal lavoro che i “corrispondenti” hanno affidato al Comitato di Redazione a sostegno delle loro rivendicazioni». Lo sottolinea l’Associazione Lombarda dei Giornalisti che, «da oltre una settimana, insieme al Cdr, ha chiesto ai dirigenti della cooperativa un incontro urgente per aprire un confronto sulla situazione dei colleghi. Appuntamento, però, che gli amministratori hanno rifiutato, prima adducendo l’emergenza coronavirus e, poi, l’approvazione dei conti 2019 prevista il 31 marzo prossimo».
«Da ultimo, a fronte della pressante richiesta del sindacato, – prosegue l’Assostampa Lombarda – hanno proposto di “posticipare” l’incontro urgente ad aprile. Il sindacato dei giornalisti ritiene irresponsabile l’atteggiamento degli amministratori della radio e sarà al fianco dei colleghi di Radio Popolare in tutte le iniziative che vorranno adottare a sostegno della lotta per i propri diritti». (giornalistitalia.it)
Per il riconoscimento del ruolo e l’adeguamento dei compensi. Alg: “Quando l’incontro?”