ROMA – Innovazione tecnologica, intelligenza artificiale, nuove competenze, informazione sono fattori che incrociano oggi qualsiasi sistema democratico con i processi di sviluppo possibile ed equo delle comunità a livello globale.
L’appello del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi ad affrontare le nuove prospettive degli sviluppi dell’intelligenza artificiale e dei necessari assetti regolatori degli algoritmi non trasparenti in un consesso comune multilaterale, come avvenuto alla minum global tax sulle transazioni delle imprese transnazionali delle piattaforme digitali globali, è quanto mai opportuno. È importante che questo tema entri sempre di più nei Tavoli internazionali di primo livello, a cominciare dal prossimo G7 a presidenza annuale italiana.
È vero, infatti che – come ha detto il Presidente Bonomi – “le legislazioni nazionali sono impotenti e il problema riguarda tutti i Paesi avanzati e non solo”.
Il denunciato rischio di compromissione dei nostri sistemi democratici “da parte di interessi di potenze in cerca di ruolo o di minoranza violente” è davvero motivo di allarme oggi per tutto il mondo produttivo e civile e non solo per le imprese di informazione.
I nostri mezzi radiotelevisivi e la loro opera sono punti di forza e di garanzia generale (da sostenere), per l’assunzione di responsabilità e di trasparenza editoriale, vera e propria carta di identità e di valore, per lo sviluppo del pluralismo, caratteristica fondamentale dei sistemi democratici. È importante che nella nuova era dell’intelligenza artificiale generativa il rispetto dei principi con l’umanità al centro sia assunto come base essenziale anche per la libera e leale concorrenza. Il mondo dell’industria radiotelevisiva lineare e plurale è un elemento di forza, generatore di effetti moltiplicatori per lo sviluppo, per i diritti e anche per i mercati. (giornalistitalia.it)
Franco Siddi