Nel Focus R&S sull’Editoria 2011-2016 di Mediobanca molte ombre, ma anche luci

Quotidiani: persi 1 milione di copie e 4500 posti

barchetta-di-carta-giornalistitalia-itROMA – In cinque anni (dal 2011 al 2016) le vendite di quotidiani sono scese di un milione di copie (da 2,8 a 1,8), con una perdita del  34%), ed i principali nove gruppi editoriali italiani hanno perso il 32,6% del fatturato (-1,8 miliardi), cumulato perdite nette per due miliardi e ridotto la forza lavoro di oltre 4.500 unità, scendendo a 13mila dipendenti totali, con un trend nel taglio dei dipendenti che starebbe proseguendo anche quest’anno.
A rilevare il drammatico stato di salute dell’editoria italiana è il Focus R&S sull’Editoria 2011-2016, elaborato dall’Ufficio Studi di Mediobanca, che ha analizzato le dinamiche dei principali nove Gruppi editoriali italiani, cui fanno capo i maggiori quotidiani nazionali d’informazione, attraverso i loro conti.
La ricerca, che include i primi nove mesi del 2016, contiene anche il confronto con i maggiori editori di quotidiani in Europa, evidenza il peso sull’intero settore editoriale italiano: si stima che nel loro insieme i nove Gruppi considerati rappresentino a fine 2015 quasi il 70% del giro d’affari complessivo del settore editoriale italiano.
La situazione particolare è, comunque, molto differenziata rispetto al dato aggregato: Cairo Editore e L’Espresso sono in utile nel quinquennio 2011-15 e Mondadori è vista tornare a un risultato positivo quest’anno. La redditività operativa del settore editoriale resta inferiore a quella della manifattura italiana, ma è migliorata rispetto al dato negativo del 2014 (0,1% il risultato prima degli oneri finanziari, Ebit, sul fatturato 2015), soprattutto per la forte azione di contenimento dei costi (-8,9% nel 2015 rispetto al 2014).
Secondo la ricerca condotta sui bilanci societari, nel 2015 Cairo Editore, Itedi e L’Espresso primeggiano per redditività operativa, mentre Il Sole 24 Ore e Class sono nettamente in coda. La struttura finanziaria è solida a livello aggregato (nel 2015 i mezzi propri sono in media 1,5 volte i debiti finanziari), ma molto differenziata fra i singoli gruppi: Cairo Editore non ha debiti finanziari e Rcs un’esposizione di oltre 5 volte superiore ai mezzi propri. Caltagirone Editore segna una liquidità oltre 4 volte l’esposizione finanziaria.
Nei primi nove mesi del 2016 è proseguita, ma in maniera meno accentuata, la flessione delle vendite con il fatturato aggregato in calo complessivamente del 3,5% (era diminuito del 4,2% nell’intero esercizio 2015). Aggregando le ultime trimestrali, l’ufficio studi Mediobanca segnala che il gruppo Cairo Communication è l’unico ad aumentare i ricavi (+1,9%), mentre la flessione sfiora il 10% per Class Editori e l’8%-9% per Monrif e Il Sole 24 Ore.
La redditività industriale permane positiva per Mondadori, Espresso e Cairo Communication, con il dato peggiore in valore assoluto de Il Sole 24 Ore, con un Ebit negativo per 45 milioni nel 2016, quasi raddoppiato rispetto ai -25 milioni dei primi nove mesi 2015, che si riflette in un risultato netto negativo per 62 milioni. Anche Rcs chiude in perdita il periodo per 17 milioni, ma in miglioramento rispetto ai -126 milioni del periodo a raffronto.
Nel 2015 i nove principali gruppi editoriali italiani hanno accusato un calo dei ricavi del 4,2%, contro una limatura dello 0,2% delle società simili in Francia e dello 0,1% in Gran Bretagna. Batte di gran lunga tutti l’editoria tedesca, che l’anno scorso ha registrato un aumento del fatturato complessivo del 7,6%. (giornalistitalia.it)

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