TRIESTE – Domani, sabato 19 settembre, si svolgerà a Trieste, nella sala del Consiglio comunale, un convegno internazionale sui quotidiani delle minoranze, inserito nel programma delle celebrazioni del 70° anniversario del Primorski dnevnik, il quotidiano sloveno della città. L’incontro è dedicato all’importanza e al ruolo dei quotidiani delle minoranze linguistiche in Europa e prevede la partecipazione dei direttori di alcuni tra i più significativi quotidiani.
Il convegno, con inizio alle ore 9, sarà aperto con brevi indirizzi di saluto del sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, dall’assessore regionale Gianni Torrenti, dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Degano, e da Edita Slezakova presidente della Midas, L’Associazione che raggruppa una trentina di quotidiani in lingua minoritaria di dodici paesi Europei, dalla Spagna alla Finlandia. La Slezakova dirige la casa editrice del quotidiano in lingua ungherese in Slovacchia, Uj Szo, pubblicato a Bratislava.
Il primo relatore a presentare il proprio quotidiano sarà Martxelo Otamendi, direttore dell’unico quotidiano in lingua basca Berria, pubblicato a San Sebastian – Donostia. Otamendi è un personaggio di grande rilievo nei paesi baschi; fu il fondatore del primo quotidiano basco Egunkaria, chiuso dalle autorità spagnole circa dieci anni fa per supposti collegamento con l’organizzazione separatista Eta.
Lo stesso Otamendi è stato arrestato e torturato in carcere, tortura riconosciuta anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, per poi essere completamente scagionato da ogni accusa. Sulle ceneri di Egunkaria, unico caso di chiusura per motivi politici di un quotidiano nell’Europa comunitaria, è stato fondato Berria che quotidianamente porta nelle case delle famiglie basche oltre alle notizie anche la lingua.
Flensborg Avis è il quotidiano di riferimento della minoranza danese in Germania, nello stato federale di Schleswig-Holstein. L’area di confine tra la Germania e la Danimarca è in certi aspetti molto simile alla nostra; anzitutto per la storia, dato che la linea di confine è stata più volte ridefinita, anche a seguito di guerre, che hanno lasciato una minoranza linguistica da entrambe le parti; oltre alla danese in Germania vi è infatti anche una minoranza tedesca in Danimarca. Nel secondo dopoguerra in questa regione si sono sviluppate, anche grazie alle due minoranze, numerose iniziative di collaborazione che la rendono una delle regioni transfrontaliere più attive in Europa. Flensborg Avis, che sarà presentati dal suo direttore Jorgen Mollekaer, è parte attiva di queste iniziative.
In Italia oltre agli sloveni sono soltanto i tedeschi della Provincia di Bolzano ad avere un quotidiano, il Dolomiten. La tradizione del quotidiano tedesco del Tirolo del Sud risale all’impero austro-ungarico ed il Dolomiten, oggi pubblicato dalla casa editrice Athesia, è la testata storica della regione. L’Athesia è, come ricorda Lilli Gruber in uno dei suoi recenti libri, succeduta alla Tyrolia, la casa editrice di Bolzano chiusa dal regime fascista.
A parlarne sarà il direttore responsabile Toni Ebner, figlio della signora Marta Ebner, più volte citata dalla Gruber per aver rifiutato l’opzione per la Germania nazista. Una storia travagliata, quindi, che soltanto recentemente alcuni autori italiani hanno affrontato con la delicatezza dovuta a quanti hanno sofferto, da tutte le parti, per far rinascere e far diventare l’area dell’Alto Adige tra le più floride in Europa. Il Dolomiten ha seguito nei decenni questo percorso ed è tutt’oggi il quotidiano di riferimento del gruppo linguistico tedesco di questa provincia.
Anche La Voce del Popolo, il quotidiano in lingua italiana, pubblicato a Fiume, è una testata storica. Con il titolo La Voce veniva pubblicata già durante la seconda guerra mondiale, stampata a ciclostile in clandestinità dagli antifascisti italiani a Fiume, ma il nome non è nuovo: risale infatti al lontano 1898, all’epoca pubblicato dagli autonomisti fiumani. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, La Voce del Popolo diventa il quotidiano del gruppo linguistico italiano nella Jugoslavia di Tito dove deve adeguarsi alle regole del regime. Comunque La Voce è uno dei pochi contatti con la lingua italiana che le famiglie dell’Istria e del Quarnaro ricevono a casa tutti i giorni.
All’inizio degli anni ’90 con la dichiarazione di indipendenza della Croazia e della Slovenia, La Voce del Popolo cambia volto, diventa un quotidiano di informazione e di forte sostegno alla comunità italiana in Croazia. Oggi, dopo aver superato lo stress della divisione della minoranza tra la Slovenia e la Croazia con l’ingresso di quest’ultima nell’Unione Europea, è un giornale moderno, molto informativo sulla minoranza italiana in Croazia ed in Slovenia, sostenitore del superamento delle barriere che per tanti decenni avevano ostacolato lo sviluppo della comunità si lingua italiana dell’Istria e di Fiume. Ne parlerà Roberto Palisca, caporedattore della Voce, ruolo che, in base alla legislazione vigente, corrisponde a quello di direttore responsabile in Italia.
Ed infine il Primorski dnevnik, presentato dal direttore responsabile Dušan Udovič, che non ha bisogno di presentazione. Il quotidiano celebra quest’anno il 70° anniversario della fondazione, ma la presenza di un quotidiano sloveno a Trieste risale alla fine del XIX secolo, con l’Edinost, quotidiano chiuso dai fascisti nel ventennio. Il Primorski dnevnik, pur combattendo da anni per la propria sopravvivenza, rappresenta comunque uno dei punti di riferimento più importanti per la minoranza slovena nel Friuli Venezia Giulia ed è convinto sostenitore della convivenza tra le comunità qui presenti e della collaborazione transfrontaliera.
L’ingresso al convegno è libero; sarà garantita la traduzione simultanea italiano-sloveno-inglese. Il convegno è stato inserito nel programma di formazione dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia.
Domani nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario del Primorski dnevnik