ROMA – “La sentenza con cui il tribunale civile di Milano ha stabilito che il giornalista querelato in maniera temeraria ha diritto al risarcimento dei danni morali – vedi Giornalisti Italia del 6 marzo, ndr – rappresenta di fatto una messa in mora del Parlamento”. Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
“Nell’assolvere il collega Paolo Carta, dell’Unione Sarda, il direttore Paolo Figus e la società editrice – sottolinea Lorusso – il giudice ha ribadito quanto la Corte europea dei diritti dell’Uomo, che ha più volte richiamato l’Italia, afferma da tempo in tema di querele temerarie. È auspicabile che questo provvedimento induca alla riflessione il Parlamento italiano, spingendolo ad affrontare il problema nell’ambito della proposta di legge di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa.
Va messo da parte qualsiasi desiderio di rivalsa nei confronti della stampa. Le querele temerarie rappresentano una minaccia alla libertà dell’informazione e all’autonomia professionale dei colleghi perché sono una forma di intimidazione. La cancellazione del carcere per i giornalisti, che dovrebbe essere l’unico vero obiettivo della proposta di legge attualmente all’esame delle Camere, non può trasformarsi in uno specchietto per le allodole dietro il quale nascondere norme liberticide che farebbero fare all’Italia un ulteriore passo indietro nella classifica mondiale della libertà di stampa”.
Il segretario generale Fnsi, Raffaele Lorusso, sulla sentenza del Tribunale di Milano