NOVARA – Da venerdì e, in futuro, ogni quarto venerdì del mese, i nove giornali della diocesi di Novara (Monte Rosa, l’Informatore, L’Azione, L’Eco di Galliate, il Cittadino di Oleggio, il Ricreo, il Sempione, il Verbano e il Popolo dell’Ossola), diretti da Lorenzo Del Boca, ospitano otto pagine confezionate dagli scolari della primaria.
Articoli, ma anche fotografie, disegni e lavoretti realizzati in classe. Questa volta, per esempio, hanno tenuto banco gli alberi di Natale e le stelle comete dipinti su grandi fogli e ritagliati con le forbici. Certo, per bambini di sette-otto anni occorre anche l’aiuto delle insegnanti a guidarli. Ma il risultato è soddisfacente.
Questo giornale nel giornale ha un titolo: “Terraferma”, a dare l’idea della concretezza e della stabilità. Gli istituti che hanno partecipato al primo numero sono la scuola primaria “Bagnolini di Villadossola”, la scuola dell’infanzia ”San Giuseppe di Novara”, il “Don Bosco di Borgomanero”, il “Sacro Cuore di Novara” e la “Maria Ausiliatrice di Novara”.
Il coordinatore di questa iniziativa è Paolo Usellini, valsesiano doc, pubblicista e preside dell’Istituto “Sacro Cuore” di Romagnano Sesia e Novara. Alla professione didattica unisce la vocazione per il giornalismo: a dodici anni già “dirigeva” un foglio di amichetti che frequentavano l’oratorio.
«Terraferma – sottolinea Usellini – nasce con l’obbiettivo di dare spazio ai giovani, responsabilizzarli, trasmettere loro i valori dello scrivere e della lettura».
La tecnologia ha messo alle corde la grammatica con tutte le abbreviazioni o con i simboli “emoticon” che hanno sostituito parole ed espressioni.
«È possibile recuperare l’italiano – ne è convinto il coordinatore di Terraferma – se allo studio si accompagnano il gioco e il divertimento, e il risultato diventa più concreto».
Questo progetto è ancora più significativo oggi. Lorenzo Del Boca, che dei giornali diocesani è il direttore, vede nell’iniziativa un’inversione di tendenza.
In questo periodo, quotidiani e periodici sentono la crisi e tendono a ridurre foliazione e iniziative.
Del Boca vuole marcare un movimento in controtendenza: «Questo progetto – assicura – è una scommessa sul futuro, sotto il segno dell’ottimismo».
Ma Terraferma è anche un progetto culturale. «Il lockdown – avverte il direttore – ha obbligato al distanziamento e costretto all’auto-isolamento. Ma va recuperato il valore collettivo del lavorare insieme. Nella scuola, il “solitario” potrà ottenere risultati soddisfacenti ma la vita lavorativa futura non gli consentirà di operare da solo».
«Inutile la produzione – fa notare Del Boca – se non c’è il marketing e inutili l’uno e l’altro se non si dispone di un’efficace controllo qualità. Imparare a stare insieme, lavorare di comune accordo, proporsi degli obiettivi e raggiungerli è fondamentale. Questo giornale nella scuola è anche una scuola nella scuola». (giornalistitalia.it)