Pieno sostegno che va ad aggiungersi a quello del segretario aggiunto della Fnsi Parisi

QN: il direttore Cangini al fianco di Elisabetta Rossi

Andrea Cangini

Andrea Cangini

PESARO (Pesaro-Urbino) – Non si sgonfia il caso della cronista del Carlino Pesaro, Elisabetta Rossi, indagata dalla procura per un articolo sui furti di nidi di falchetti  pubblicato il 23 giugno sul quotidiano della Poligrafici Editoriale. Un articolo che è costato alla giornalista pubblicista – ragion per cui gli inquirenti non le riconoscono la facoltà di avvalersi del segreto professionale sulle fonti – il sequestro del telefonino, una brutta perquisizione della casa e un’indagine, che va avanti nonostante il tribunale del Riesame si sia espresso a suo favore.
Dopo il sostegno del segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, l’assurda vicenda giudiziaria di Elisabetta Rossi – che ieri ha visto in procura anche il caposervizio della redazione pesarese del Resto del Carlino, Luigi Luminati, sentito come “persona informata sui fatti” – incassa anche la piena solidarietà e il supporto del direttore di QN-il Resto del Carlino, Andrea Cangini: “Per aver scritto la verità dando conto di un’inchiesta della procura di Pesaro su un traffico illegale di falchetti, la collega Elisabetta Rossi si è ritrovata protagonista di una commedia dell’assurdo degna del miglior Ionesco”.
“Accusata di aver tratto ‘indebito vantaggio’ dal proprio lavoro – è l’intervento di Cangini pubblicato oggi dal Carlino – come se avesse il dovere di lavorare gratis, accusata di aver ‘istigato’ un misterioso pubblico ufficiale a rivelarle segreti d’ufficio, accusata di aver ‘favorito’ gli indagati, accusata di ‘illecita pubblicazione di atti’ in effetti mai pubblicati. Le hanno perquisito l’abitazione, le hanno sequestrato il telefonino. Il Tribunale del Riesame le ha dato ragione. Ma il pm Sante Bascucci non se n’è dato per inteso”.
“Situazione anomala destinata, si confida, a chiarirsi. Ma – incalza Cangini – in tempi incompatibili col buonsenso, e in fondo col senso stesso della giustizia. Nell’attesa, la brava collega della redazione di Pesaro non può lavorare come dovrebbe e come potrebbe. È stata privata del telefonino il 27 giugno, e un giornalista non rintracciabile è un giornalista dimezzato. Sta subendo un danno. Confidiamo che la Procura se ne renda conto al più presto”.

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