PYONGYANG (Corea del Nord) – La Corea del Nord ha dichiarato la pena di morte “in contumacia” per due giornalisti di altrettanti quotidiani sudcoreani colpevoli di aver “insultato la dignità del Paese” nella recensione e nelle interviste agli autori britannici di un libro sulla vita nel Paese segnato dal capitalismo in crescita.
La condanna è stata annunciata dalla Kcna (l’agenzia si stampa di Stato della Corea del Nord, ndr) che, rilanciando la sentenza della Corte centrale, ha preso di mira la traduzione coreana del titolo del libro (“La Repubblica popolare di Corea capitalista”) e la copertina sulla quale la “stella rossa” è sostituita dal “simbolo imperialista del dollaro Usa”.
La pena capitale è stata disposta anche per i presidenti dei due quotidiani, con la promessa di sanzioni contro tutti i “responsabili di queste gravi provocazioni”.
A sorpresa, invece, gli autori del libro (dal titolo “Corea del Nord confidenziale: mercati privati, andamenti del fashion, campi di prigionia, dissenzienti e disertori”) sono stati risparmiati anche se il loro lavoro è definito “brutalmente diffamatorio e distorsivo” sulle realtà del Paese: si tratta di Daniel Tudor, ex giornalista dell’Economist, e di James Pearson, corrispondente della Reuters.
Il ministero dell’Unificazione di Seul ha criticato duramente la mossa di Pyongyang chiedendo la sospensione immediata della campagna intimidatoria. «Le minacce in risposta ad atti ordinari di giornalisti costituiscono una seria violazione della libertà di stampa e un intervento negli affari del Sud». Seul prenderà tutte le misure idonee per tutelare i suoi connazionali. (ats)
Daniel Tudor e James Pearson “colpevoli” di aver “insultato la dignità del Paese”