NEW YORK (Usa) – In un mondo cambiato dal Coronavirus cambiano formato anche i Pulitzer: per l’edizione 2020 i premi più importanti del giornalismo americano sono stati assegnati per la prima volta YouTube.
Strali da Mosca sono arrivati dopo l’annuncio che aveva vinto una maxi-inchiesta del New York Times sulle interferenze elettorali della Russia di Vladimir Putin in Ucraina, Madagascar, Libia e Repubblica Centroafricana, mentre un’ombra sull’originalità del lavoro dei reporter del Times l’ha gettata la testata investigativa russa Proekt, secondo cui almeno due delle inchieste del quotidiano erano basate su loro indagini, senza neppure un link o una citazione: peccato mortale per la stampa Usa.
Altri temi da “Pulitzer” nell’edizione 2020 sono stati gli scandali sessuali, le moderne schiavitù e il razzismo. I riconoscimenti sono andati a testate americane grandi e piccole. Il Washington Post ha vinto per un’inchiesta sul cambiamento climatico, il Palestine Gazette di Palestine, in Texas, sul sistema delle prigioni statali.
I premi sono stati annunciati dal salotto di casa dall’amministratrice dei Pulitzer Dana Canedy: «In tempi difficili come questi è più importante che mai far capire che il giornalismo non si è mai fermato, nonostante sforzi coordinati per sabotarne il lavoro».
Qualche giorno fa, in un ritorno di fiamma delle sue invettive contro i media per le inchieste sul Russiagate, il presidente Donald Trump aveva lanciato un attacco ai premi, confondendoli apparentemente con i Nobel (“Nobles” nella sua dizione in un micromessaggio su Twitter successivamente cancellato): «Quando tutti quei “reporter” che hanno ricevuto i Premi “Nobles” per il loro lavoro sulla Russia, Russia, Russia, solo per venire totalmente sconfessati restituiranno i loro ambiti “Nobles” ai veri giornalisti che l’hanno azzeccata?».
I Pulitzer dovevano essere assegnati il 20 aprile alla Columbia University, ma l’annuncio è stato posticipato di due settimane a causa del virus. Il premio principale, per il giornalismo di servizio pubblico, è stato assegnato all’Anchorage Daily News e al sito ProPublica per un’inchiesta sulle frequenti violenze sessuali in un terzo dei comuni dell’Alaska, mentre il premio per la fotografia di attualità è stato vinto da Reuters per gli scatti sulle proteste dell’anno scorso a Hong Kong.
Ad aggiudicarsi il premio per la migliore inchiesta investigativa è stato Brian Rosenthal del New York Times, per un’inchiesta sul racket dei prestiti a autisti immigranti da parte di alcuni proprietari di taxi a New York che ha portato la magistratura ad aprire un’indagine, mentre il Seattle Times ha vinto un Pulitzer per aver smascherato le scorciatoie della Boeing nella produzione del jet 737 Max, protagonista di due catastrofiche tragedie dell’aria nel 2019. (ansa)