KHARTOUM (Sudan) – Nella mattinata di ieri, sei quotidiani sudanesi sono stati sequestrati a Khartoum e ne è stata impedita l’uscita in edicola da parte dei funzionari del Servizio nazionale di intelligence e sicurezza (Niss) del Sudan. Secondo quanto riferisce l’emittente Radio Dabanga, i sequestri sono avvenuti poche ore dopo che l’agenzia aveva ingiunto alla stampa di non coprire le manifestazioni contro gli aumenti dei prezzi, in corso da diversi giorni in tutto il paese africano.
I quotidiani oggetto dei sequestri sono Akhbar El Watan, vicino al partito del Congresso Sudanese, uno dei maggiori gruppi di opposizione, il cui leader, Omar Al-Dageir, è stato arrestato ieri ed El Midan, organo del partito comunista del Sudan; oltre alle testate El Sayha, El Mustag Illa, El Garar e El Tayyar.
“Queste misure sono inutili”, ha detto a Radio Dabanga, Khalid Fathi, giornalista del quotidiano indipendente El Tayyar. “Anche se chiudessero tutti i giornali, la situazione non migliorerebbe, il vero test per il governo è affrontare la crisi e cercare soluzioni coraggiose”. L’inflazione delle materie prime e soprattutto dei beni alimentari è aumentata all’inizio dell’anno, provocando proteste in tutto il paese.
Ieri, uno studente è stato ucciso e altre 6 persone sono rimaste ferite in Darfur occidentale durante le manifestazioni avvenute nella capitale statale El-Geneina contro i recenti aumenti decisi da Khartoum.
Il bilancio 2018 del Sudan non prevede risorse stanziate per finanziare il regime di sussidi alla popolazione per l’acquisto di grano. Il governo di Khartoum ha previsto il completo taglio delle sovvenzioni all’inizio del mese, permettendo così agli operatori privati di gestire le importazioni. Il paese nord africano è, infatti, attualmente impegnato in una serie di riforme economiche per garantire il rilancio della crescita del paese, a seguito dell’abolizione delle sanzioni statunitensi che per 20 anni ne hanno frenato l’espansione.
Nel 2017, il Sudan ha importato oltre 2 milioni di tonnellate di grano, a fronte di una produzione locale di 445mila tonnellate. Il 14 novembre, il ministro degli Affari di Stato, Magdi Hassan Yassin, aveva annunciato l’abolizione graduale dei sussidi entro il 2019, “secondo il nostro piano quinquennale”. Il 26 dicembre, il ministro delle Finanze, Mohamed Othman Rukabi, ha poi annunciato l’intenzione del governo di Khartoum di svalutare la propria moneta a 18 sterline per dollaro a partire da gennaio 2018, aggiungendo che la svalutazione influenzerà il tasso di cambio doganale e si svolgerà nell’ambito del bilancio 2018. (agi)
Accusati di aver dato voce alle manifestazioni in corso contro gli aumenti dei prezzi