CAMPOBASSO – L’Associazione della Stampa del Molise esprime vicinanza al collega Enzo Luongo, alla sua famiglia e all’emittente Telemolise, per le scritte minacciose comparse questa mattina a Campobasso nei pressi della redazione centrale della televisione, dell’abitazione del giornalista e in diversi quartieri della città.
Luongo ha riportato in un servizio la testimonianza di quanto accaduto due sere fa, in Via Ferrari, in pieno centro del capoluogo, quando alcuni sostenitori del Campobasso Calcio, senza mascherina, hanno dato vita ad assembramenti e acceso fumogeni, rendendo la strada impraticabile e spaventando le persone presenti nella zona. Cori, minacce e comportamenti incivili perpetrati anche in presenza delle forze dell’ordine, accorse dopo la segnalazione.
Il sindacato dei giornalisti stigmatizza l’accaduto e sollecita il Comune di Campobasso e le autorità a rafforzare la vigilanza a tutela dell’ordine pubblico e dell’incolumità dei cittadini.
Il presidente dell’Assostampa del Molise, Giuseppe di Pietro, auspica «che i responsabili degli accadimenti, soprattutto gli autori delle minacce nei confronti di Enzo Luongo e di Telemolise, siano identificati al più presto. Nel caso di una eventuale contestazione penale, preannuncio che ci costituiremo parte civile nel processo».
Solidarietà ad Enzo Lungo anche dall’Ordine dei giornalisti del Molise. Il presidente Pina Petta e i consiglieri nazionali Enzo Cimino e Cosimo Santimone affermano, infatti, che «certi atteggiamenti non devono trovare terreno fertile, e vanno condannati in maniera decisa. Le minacce al collega Enzo Luongo sono inqualificabili».
L’Odg Molise si augura «che i responsabili siano identificati perché si tratta di un atto inaccettabile che non deve restare impunito. È necessaria la massima attenzione per garantire la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di essere informati. Per questo esprimiamo piena e incondizionata solidarietà al collega Enzo Luogo e alla redazione di Telemolise per i gesti intimidatori compiuti dopo la realizzazione e messa in onda di un servizio di cronaca. Queste persone non riusciranno a far indietreggiare nemmeno di un millimetro tutti i colleghi e le testate impegnati a garantire una corretta e libera informazione».
«L’Ordine – assicurano Cimino, Santimone e Petta – sarà sempre al loro fianco perché i social non possono essere considerati una zona franca. Le regole dello stato di diritto vanno rispettate anche in rete. L’emergenza nel settore dell’informazione rappresenta l’emergenza “democrazia”. Per questo nessuna minaccia e nessuna intimidazione, nessuna forma di degrado culturale potranno mettere a tacere giornali e giornalisti. Non resteremo fermi dinanzi alla prepotenza di chi tramite i social media, minacce e frasi scritte tenta di chiudere la bocca o limitare la penna dei giornalisti». (giornalistitalia.it)