ROMA – In diverse realtà provinciali – dove il rapporto di lavoro degli addetti stampa non è di dipendenza o lo è solo per alcuni – il rischio che si corre è che, presto, non ci sia più nessun giornalista in servizio per garantire quel diritto all’informazione sancito dalla Legge 150/2000 “in attuazione dei princìpi che regolano la trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa”, diritto ancor più fondamentale in questa fase di transizione che comporterà enormi disagi ai cittadini e molto probabili tagli di servizi a causa della riforma decisa dal Governo.
Il Dipartimento della Funzione pubblica, infatti, dovrebbe emanare, a giorni, una circolare riguardante gli articoli 110 e articoli 90 nominati da quei Presidenti delle Province che proseguono il mandato (a titolo gratuito) fino alla riorganizzazione degli enti. Da quello che si apprende, l’orientamento sarebbe quello di salvaguardare sicuramente i dirigenti il cui rapporto di lavoro è regolato dall’art. 110, mentre per ciò che riguarda gli articoli 90 si parla solo di alcune funzioni specifiche. Riteniamo sia urgente ed importante che tra queste vengano inserite anche le funzioni di informazione e di ufficio stampa.
In caso contrario, si potrebbero, in alcune realtà almeno, verificare un blocco nella diffusione dei comunicati stampa, non verrebbero più aggiornati i siti Internet ed i profili/canali Twitter, Facebook e Youtube, gli organi di informazione perderebbero punti di riferimento professionali per quanto riguarda le notizie generate dall’Ente Provincia. Cosa che sarà ancora più evidente quando si determineranno emergenze territoriali, quando la necessità di una gestione giornalistica per comunicare l’emergenza diventa essenziale e necessaria.
E non sono poche, purtroppo, le occasioni in cui questo si è verificato ed ha richiesto forte capacità di gestione professionale, come è avvenuto durante anche recenti calamità naturali. La perdita di una parte degli addetti stampa con la interruzione dei rapporti di lavoro riduce la capacità di lavoro e presenza degli uffici stampa delle Province che, comunque, restano come ente intermedio, sia pure con degli amministratori eletti in secondo grado.
Pur nelle ristrettezze di bilancio, le attuali Amministrazioni – seppure con gradi differenti – hanno realizzato contratti con agenzie di stampa, rassegne stampa, abbonamenti ai quotidiani online ed altro ancora che potrebbero, nella logica di un uso sinergico del patrimonio delle Pubbliche amministrazioni, essere messe a disposizione dei Comuni, soprattutto di quelli di minori dimensioni, che non hanno un ufficio stampa. Cosa, peraltro, prevista e normata dalla stessa legge 150 del 2000. Si tratta di evitare una significativa limitazione del diritto all’informazione in capo ai cittadini oltre che evitare la perdita di posti di lavoro, cosa che avverrebbe in un contesto di già pesante crisi occupazionale nel settore giornalistico.