L’istanza, non accolta, dell’avvocato di Giuseppe Profiti: “Ci sentiamo pressati”

Processo Bambino Gesù, Blasi: “Fuori i giornalisti”

Il cardinale Tarcisio Bertone: per l’accusa, i fondi distratti sarebbero serviti a ristrutturare il suo attico in Vaticano

CITTA’ DEL VATICANO (Vaticano) – È durata poco meno di due ore la prima udienza del processo in Vaticano per la distrazione di fondi (442mila euro, ndr) dalla Fondazione Bambino Gesù. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’evento.
“Poiché le ferie di questo Tribunale terminano il 20 settembre – ha detto il promotore di giustizia, Gian Pietro Milano, al termine dell’udienza di oggi, iniziata alle 10.08 e terminata alle 11.56 – in considerazione dell’importanza di tale processo, il Tribunale è disposto ad anticipare la prosecuzione del processo al 7 settembre”.
L’aggiornamento del processo, dunque, è fissato per il 7, 8 e 9 settembre, “ed eventualmente alcuni giorni della settimana successiva”. Gli avvocati dei due imputati avranno dieci giorni di tempo per presentare memorie integrative. Alle ore 11.16 la seduta è stata tolta.
I due imputati, Giuseppe Profiti e Massimo Spina, sono entrati in aula alle 9. 53, accompagnati dai due rispettivi avvocati d’ufficio: Antonello Blasi, per Profiti, e Alfredo Ottaviani, per Spina. Il Collegio giudicante era presieduto Paolo Papanti-Pellettier.
Dopo la lettura del reato d’accusa – che si configura come peculato – sono state presentate le prime istanze preliminari. Prima proposta dell’avvocato Blasi è stata la richiesta che i giornalisti non fossero presenti in aula, ma seguissero il processo in streaming in un’altra aula, “a causa della potenziale risonanza mediatica di questo processo e per le esperienze pregresse”.
Blasi ha citato altri processi tenuti Vaticano, in cui ci sono stati “segni di approvazione e disapprovazione da parte dei giornalisti”, e dunque “motivi di disturbo”. Ottaviani ha concordato con il suo collega, dicendo: “Ci sentiamo un po’ pressati, perché li abbiamo alle spalle”.
“Non è possibile che li abbiate davanti”, la risposta ironica di Papanti-Pellettier. Sulla stessa linea il promotore di giustizia, Gian Piero Milano, che ha contestato l’istanza dell’avvocato di parte: “La pubblicità è necessaria in un caso come questo, di interesse pubblico. Mi spiace che non abbiate la distanza di sicurezza dai giornalisti, ma non vedo altre soluzioni”.
Alle 10.18 il Collegio si è ritirato e alle 10.33 è riapparso in aula, per comunicare che il Tribunale vaticano rigetta l’istanza “perché non sussistono né circostanze di legge, né circostanze di fatto”. Nessuna istanza si è costituita parte civile. (sir)

I commenti sono chiusi.