ROMA – “Contribuire con inchieste, memorie, documenti e altri elementi di prova alla ricerca della verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”. Questo il senso della costituzione di “parte offesa” firmata, questa mattina nella sede della Fnsi a Roma, da Federazione Nazionale della Stampa italiana, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e Usigrai dopo la decisione del Gip di Roma, Andrea Fanelli, che ha disposto nuove indagini sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, uccisi in un agguato il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. “Un impegno – ha spiegato la Fnsi – da realizzarsi creando un gruppo di lavoro composto da giornalisti, attivisti, politici ed esperti che si dedichi a raccogliere il materiale necessario”.
Nell’occasione, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha ricordato gli altri casi che il sindacato si è impegnato a “illuminare” in questi mesi, come quelli dei giornalisti minacciati per via del loro lavoro e quelli di Giulio Regeni e Andrea Rocchelli.
«Venerdì – ha ricordato Lorusso – saremo a Pavia, in tribunale, per la prima udienza pubblica del processo per l’omicidio del fotoreporter avvenuto in Ucraina nel 2014. Continueremo a chiedere “verità e giustizia” anche in questo caso, che ci vede parte civile. Un atteggiamento, adottato in numerosi altri processi, che pochi giorni fa ha portato ad un grande risultato: una sentenza importantissima arrivata dalla Sicilia in cui si riconosce l’aggravante mafiosa per le minacce del fratello di un boss al giornalista Paolo Borrometi. Nella giustizia italiana – ha concluso Lorusso – inizia ad affermarsi il principio per cui chi colpisce un giornalista colpisce l’articolo 21 della Costituzione». (giornalistitalia.it)
Lorusso: “Continueremo a chiedere verità e giustizia anche per Regeni e Rocchelli”