FRANCAVILLA AL MARE (Chieti) – Andy Rocchelli (alla memoria), Alfredo Bosco, Nico Piro, Jacopo Ottenga e Francesco Semprini: sono loro i vincitori della decima edizione del Premio Nazionale sul Reportage di Guerra “Antonio Russo”, consegnato ieri sera a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare.
Nel 22° anniversario della morte dell’inviato di Radio Radicale, ucciso a 25 chilometri da Tbilisi, in Georgia, dopo essere stato rapito e torturato nella notte tra il 15 e 16 ottobre del 2000, il direttore Alessio Falconio ha ricordato come «Antonio ha raccontato la guerra fuori dai riflettori ed è stato ucciso per questo». Il direttore di Radio Radicale ha sottolineato che «Antonio ha scelto una guerra che nessuno raccontava», ma la sua uccisione «non ha trovato alcun riscontro serio da parte dell’autorità giudiziaria».
Sul suo corpo apparentemente non vi era alcun segno di violenza e solo l’autopsia ha rivelato poi che sulla cassa toracica è stata esercitata una pressione così forte da rompergli lo sterno e quattro costole che gli hanno perforato un polmone, causandogli un’emorragia interna mortale.
Dal suo appartamento messo a soqquadro sono spariti il materiale raccolto durante la sua permanenza in Georgia e gli strumenti del suo lavoro: un telefono satellitare e un computer portatile. Da diversi mesi Antonio Russo era impegnato in Cecenia da dove, muovendosi nei luoghi più caldi del fronte, inviava filmati e corrispondenze radiofoniche a Radio Radicale. Il materiale trasmesso gettava parecchie ombre sul modo di condurre la guerra da parte dei russi, non ultimo il probabile uso di armi chimiche.
Il Premio Giornalistico Nazionale sul Reportage di Guerra – Antonio Russo viene assegnato agli operatori dell’informazione, di fama nazionale o internazionale, che sono particolarmente distinti per la loro attività nei territori di guerra e per il contributo di verità dato tramite i loro servizi giornalistici.
«Il messaggio di Antonio Russo – ha spiegato il reporter di guerra Tony Capuozzo, componente della giuria del premio – è più vivo che mai in questi mesi di guerra in Ucraina. Una guerra non lontana che ha generato tifoseria e narrazioni di parte. Antonio aveva scelto una parte, quella dei civili, quella della gente in cui tutti perdono. Il buon giornalismo è scomodo per tutti e deve stare solo dalla parte delle persone».
Con Capuozzo in giuria c’erano anche Gabriella Simoni (TG5), Guido Alferj (ex Messaggero) e Simone Gambacorta (Odg Abruzzo).
Cinque i premi conferiti e realizzati da Lupo Gioielli: il premio alla memoria è stato assegnato ad Andy Rocchelli, fotoreporter freelance ucciso nel 2014 in Donbass da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino; a ritirarlo il padre Rino.
Ad Alfredo Bosco, fotoreporter freelance impegnato in Ucraina il premio alla fotografia; a Nico Piro, inviato della redazione esteri TG3 con una lunga esperienza in Afghanistan il premio per la televisione; premio anche per Jacopo Ottenga, giornalista freelance di Ortona (Chieti) autore del podcast sull’uccisione di Russo intitolato “La congiura del silenzio” (podcast); Francesco Semprini, giornalista della Stampa, inviato di guerra in Ucraina è stato premiato per la sezione carta stampata.
La cerimonia di proclamazione dei vincitori è stata presentata dal giornalista Paolo Di Giannantonio. Grande emozione sul palco per l’intervento musicale del cantautore abruzzese Nicola Pomponi, in arte Setak e per il reading dell’attrice Lorenza Sorino, con “Lettera di una madre”, Beatrice Russo.
L’organizzazione del Premio, la cui direzione artistica è stata affidata allo scrittore Peppe Millanta, fondatore della Scuola Macondo di Pescara, è stata invece curata dell’agenzia di comunicazione Mirus. Tra le istituzioni presenti anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’assessore regionale alle Attività produttive, Daniele D’Amario. Sul palco anche i saluti del presidente della Fondazione Antonio Russo, Michele Russo.
Costituita per volontà di Beatrice Russo (scomparsa nel 2011), madre del giornalista ucciso a Tblisi, in Georgia, il 16 ottobre del 2000, la Fondazione Antonio Russo nasce nel 2002 con la dichiarata finalità di raccogliere l’eredità di pensiero e azione del reporter. A questo scopo si fa promotrice di iniziative volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema della tutela dei diritti umani nel mondo.
L’organizzazione della prima edizione del Premio Giornalistico Nazionale sul Reportage di Guerra – Antonio Russo è stata il primo atto forte compiuto dalla Fondazione, reso possibile anche grazie al coinvolgimento di enti pubblici, quali la Regione Abruzzo, la Provincia di Chieti, il Comune di Francavilla al Mare e la Fondazione Carichieti.
Vi hanno partecipato operatori dell’informazione che si sono distinti per la loro attività nei territori di guerra, dove troppo spesso vengono violati i diritti umani.
La Fondazione è riuscita nell’intento di creare un evento con cadenza annuale, che ha acquisito sempre maggior peso e risonanza, anche grazie alla collaborazione di enti pubblici e privati, locali e nazionali e ai patrocini concessi da importanti cariche istituzionali.
Il Premio si candida ad acquisire respiro internazionale: fin dalla sua prima edizione, infatti, sono stati premiati giornalisti e fotoreporter stranieri di fama mondiale.
La finalità ispiratrice della Fondazione Antonio Russo si concretizzerà anche attraverso iniziative culturali, come pubblicazioni, organizzazione di conferenze e mostre fotografiche, interventi formativi e informativi presso le scuole, istituzione di borse di studio. (giornalistitalia.it)