STOCCOLMA (Svezia) – Il premio Olof Palme per il 2015 è stato assegnato al pastore luterano palestinese, Mitri Raheb, e al giornalista israeliano Gideon Levy, per il “loro instancabile impegno contro l’occupazione e la violenza e la loro lotta per un futuro Medio Oriente caratterizzato dalla coesistenza pacifica e dall’uguaglianza tra tutti”. Con il loro lavoro hanno offerto un raggio di speranza in un conflitto “che ha colpito continua a colpire milioni di persone e a mettere in pericolo la pace nel mondo”.
Come predicatore e pastore nella Chiesa luterana di Betlemme, Mitri Raheb invia un chiaro messaggio alle nuove generazioni: “Vogliamo vivere e non morire per la Palestina”. In una Betlemme bloccata per tre lati dal muro di separazione israeliano, il religioso ha fondato la “Dar al-Kalima University College of Arts and Culture”, dedicata a corsi in cinematografia, arte e teatro, rendendo possibile per i giovani di esprimere la loro identità palestinese e di impegnarsi in una cultura della vita, e di una resistenza creativa contro un soffocante isolamento.
Gideon Levy “lavora per la pace e riconciliazione , cercando la verità e la razionalità, in una regione infestata dai pregiudizi e dalla violenza”. Con i genitori che furono costretti ad emigrare dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti, Levy , “da vero patriota, ha fatto della riconciliazione con i palestinesi la missione della sua vita”.
Criticato costantemente e minacciato spesso di morte, il giornalista “ci vuole ricordare la cecità morale israeliana e le conseguenze della guerra e dell’occupazione, che lui vede come una minaccia a Israele stessa”. (Ansamed).