ROMA – Il Premio Mozia per i 70 anni della Rai è stato fortemente voluto da Gianni Letta, che del Premio Mozia è presidente del Comitato Scientifico, come riconoscimento doveroso al ruolo fondamentale che il Servizio Pubblico ha svolto sotto il profilo culturale in questo nostro Paese. Sono quest’anno 70 anni di straordinario impegno sociale e civile che non vanno né dimenticati né soprattutto dispersi. E a questo punto è sorto il problema di chi premiare. La giuria ha analizzato ed esaminato con grande rigore e attenzione decine di “storie professionali” e alla fine, alla unanimità, ha deciso di premiare a Mozia una giornalista che avesse il profilo ideale per un Premio così concepito. La scelta è caduta sul vice direttore del Tg1 Incoronata Boccia, donna e madre di due bambini, Efis di 16 anni e Lucio di 14, che alla guida del Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci ha dato esempio di correttezza professionale e di grande trasparenza morale.
Di lei si racconta in redazione che vive senza un quaderno di appunti, che ha una memoria di ferro, che non tralascia nulla al caso, che conosce e applica le regole del pluralismo più di quanto non potrebbe fare un analista dell’Osservatorio di Pavia, e che la sua giornata tipo non conosce pause o soste di lavoro.
Stacanovista e appassionata di politica estera, ha appena coordinato per l’Edizione Speciale del Tg1 il faccia a faccia “Harris vs Trump” in vista delle Presidenziali americane del 5 novembre, e gli speciali Tv sul conflitto in Medio Oriente dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023.
Alle spalle Incoronata Boccia – gli amici la chiamano molto più semplicemente Cora – ha una laurea brillantissima in Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma e leggenda metropolitana vuole che la ragazza abbia portato a termine il suo percorso di studio in due anni invece dei cinque curricolari, dopodiché ha intrapreso giovanissima la carriera giornalistica, prima nel Tg5 diretto da Enrico Mentana, poi alla Rai, dove è stata per anni inviata della popolare trasmissione la Vita in Diretta, programma condotto all’epoca da Michele Cucuzza, rimanendoci per cinque anni.
Poi la mandano in Sardegna, la sua terra natale, dove diventa vice caporedattore della Tgr sarda macinando ascolti mai registrati prima. Lascia, quindi, il suo ruolo alla Rai di Sardegna e torna a Rai 1 come conduttrice di Weekly, spin-off di Unomattina Estate e si riconferma editorialista di punta e straordinaria padrona di casa della rete ammiraglia della Rai.
La motivazione che hanno preparato per lei a Mozia dà il senso più autentico della sua vita professionale e del modo in cui, per tanti anni, ha fatto giornalismo: «A lei per aver saputo conciliare il suo ruolo di donna e di madre con quello di Vice Direttore del Tg1, un ruolo di grandissima responsabilità alla guida del Tg più seguito e più amato dagli italiani. A lei per aver dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità e per averlo fatto con il rigore che è tipico delle donne, e con un senso a volte anche esasperato del pluralismo e della libertà di stampa. Giornalista moderna e di grande fascino».
Come dire? Riconoscimento solenne e quasi iconico per una donna che ha lasciato il suo paese di nascita nel cuore della Sardegna, Abbasanta, per inseguire l’unico sogno che aveva da ragazza: fare la giornalista.
Sono tantissime le cose che le fanno fare, e ricordo che gli autori de La Vita in Diretta di allora, Daniel Toaff e Walter Preci, avevano per lei una fiducia quasi cieca, perché dava la certezza assoluta di poter arrivare nel cuore della notizia meglio di chiunque altro. Donna manager di sè stessa, Cora Boccia non si arrende mai. Va avanti come una macchina da guerra, con questa sua eleganza innata che da lontana ti dà l’impressione di essere una modella più che una cronista di grande tradizione.
Nel suo palmares c’è la conduzione su Rai 3 del programma “Cento anni di notizie” dedicato ai 100 anni della radio e 70 della Tv, e su Rai 1 del programma di attualità Weekly, Uno mattina estate weekend. Ma è sempre lei che cura e conduce per Isoradio Rai uno spazio di approfondimento giornalistico per la trasmissione Ben detto!
Ma Cora, tra una parentesi e l’altra del suo lavoro in redazione, insegna anche l’arte del giornalismo, o meglio i tanti segreti di questa professione che rimane uno dei mestieri più belli e più affascinanti del mondo.
Il 17 aprile 2023 va in onda la sua prima intervista importante su Rai 1, in cui Cora si confessa senza rete a quel gran ciambellano di corte della televisione italiana di Gigi Marzullo, giornalista eternamente garbato e straordinariamente dolce con tutti i suoi ospiti. A lui Cora racconta la sua grande passione da ragazza per i romanzi, che divorava uno dopo l’altro, nel cuore di una famiglia che viveva a Oristano e che ad un certo punto della sua vita si “spacca in due”.
«Un matrimonio d’amore – racconta Cora a Marzullo – quello tra mia madre e mio padre, da cui siamo nate io e mia sorella Nora, che ha solo un anno e un giorno meno di me, ma quando io avevo cinque anni papà e mamma si sono separati e io ho vissuto tutta la vita con questo dolore intimo e inconfessabile».
Gigi Marzullo insiste: «Ma come ti definiresti?». E lei di rimando risponde: «Una ragazza di provincia che alla fine ce l’ha fatta. Anche perché io ero figlia di due meravigliosi genitori, ma non ero figlia di due giornalisti e non è stato semplice questo mio viaggio nella professione.
Ha comportato tanta fatica, tantissime rinunce e tantissime prove. Alla fine, nel mio caso, è servito molto credere nel valore della meritocrazia».
Docente del master “La comunicazione nella Pubblica Amministrazione” all’Università Nicolò Cusano diventa presto per gli studenti del Campus una stella e una star. Oggi lei è componente dell’Osservatorio Nazionale per l’Integrazione delle politiche per la parità di genere in rappresentanza del Ministero della Cultura e sempre, su indicazione del Mic, è membro della Commissione per la scelta della Capitale italiana del libro 2024. Tante cose insieme, tante sfaccettature diverse per una donna che farà ancora molta strada.
Tutto qui? Chi l’avrebbe mai detto, ma Cora Boccia in passato ha anche ricoperto incarichi dirigenziali elettivi nell’esecutivo dell’Usigrai, l’ex sindacato unico dei giornalisti Rai.
Sindacato che, un bel giorno, decide di lasciare una volta per sempre per fondare, insieme a tanti altri colleghi e d’intesa con il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, il nuovo sindacato dei giornalisti Rai, Unirai Figec Cisal, guidato da Francesco Palese.
Cora Boccia, da star dei ragazzi del campus universitario di Unicusano diventa quindi, forse anche suo malgrado, una spina nel fianco della grande tradizione sindacale Rai. E chi la conosce da vicino sa che sotto questa sua eleganza e questo suo modo borghese di stare a tavola si nasconde una guerriera sarda nel senso più bello e più completo del termine.
A consegnarle il Premio Mozia 2024 sarà proprio il presidente del Comitato scientifico Gianni Letta, sabato sera a Mozia nel corso di una cerimonia dove saranno presenti le massime autorità politiche e istituzionali della Sicilia.
Una sorta di riconoscimento indiretto alla giornalista Rosa Rubino, direttore del più antico periodico di Sicilia, Il Vomere, e al presidente delle Strade del Vino, Salvatore Lombardo, notaio ed ex sindaco di Marsala, che hanno voluto il Premio proprio per valorizzare l’immagine già di pe sé bellissima dell’Isola di Mozia «che ora speriamo possa diventare – afferma Lombardo – patrimonio dell’Unesco». (giornalistitalia.it)
Pino Nano
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