ROMA – «Un Premio che è e vuole continuare ad essere un inno alla libertà, al coraggio e al rigore morale, nel segno di Lucio Colletti, che fu, sopra ogni cosa, un uomo libero». Così il professor Carlo Monaco, a lungo docente di Storia e Filosofia all’Università Alma Mater di Bologna e all’Università Carlo Bo di Urbino, ha aperto la cerimonia di consegna del Premio Lucio Colletti, promosso dal Centro Studi che ne porta il nome, custodendone la memoria, in un’incantevole Sala Pietro da Cortona, in Campidoglio, che da sola è valsa il viaggio per ospiti e premiati. Tra un Guercino, un Caravaggio e un Tintoretto, Fauzia Gavioli, vedova Colletti, ha, infatti, consegnato ai vincitori dell’edizione 2018 del Premio – al tavolo dei relatori anche il filosofo Luciano Albanese, che a Colletti ha dedicato diversi studi – la bella targa in velluto rosso e un’opera pittorica che ciascuno ha avuto, non a caso, la libertà di scegliere tra quelle appositamente realizzate da Giulia Colletti, figlia del raffinato intellettuale, filosofo e politico, e da Blu Renzini.
Protagonista il mondo dell’informazione, quest’anno, al Premio Colletti – «Non mollo, voglio continuare a premiare uomini e donne meritevoli nel nome di Lucio, che era un uomo straordinario», ha scandito con la sua “selvaggia” fierezza la signora Fauzia, – che ha voluto omaggiare «il coraggio di un cronista che ha dedicato alla mafia molte pagine, su la Repubblica e in numerosi libri, Enrico Bellavia, oggi a Roma dopo aver lasciato la sua Palermo», e «la felice intuizione di Nicoletta Giorgetti, che, dopo aver lavorato per anni nella carta stampata, al Resto del Carlino, ha scelto la nuova tecnologia, internet, per realizzare “il giornale dei giornalisti”, Giornalisti Italia, di cui è coordinatrice». «Intuendo, appunto, – ha sottolineato il professor Monaco – che anche i giornalisti, che per loro stessa natura informano, debbano essere a loro volta informati: l’obiettivo è, giustamente, quello di ampliare il dialogo interno e fare rete in una professione oggi densa di difficoltà».
A testimoniarlo, con la mestizia composta di chi ha vissuto una tragedia, la presenza di Corinne, sorella di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese, voce “scomoda” e indipendente, assassinata nell’ottobre dell’anno scorso con un’autobomba piazzata sotto la sua auto: aveva “osato” attaccare le alte sfere governative, sollevando il velo su scandali che vedevano coinvolta, tra gli altri, la moglie del premier di Malta, Joseph Muscat.
A ritirare il Premio Colletti – che negli anni ha inesorabilmente perso un po’ di smalto, ma non il prestigio –, in Campidoglio, anche il noto biologo del Wwf prestato alla tv Francesco Petretti, autore e protagonista di tante trasmissioni di “Geo & Geo”, su Rai 3, al fianco di Licia Colò, nonché consulente scientifico dei più noti programmi televisivi dedicati alla natura: Quark, Passaggio a Nord Ovest, Esplora.
Petretti, che, incalzato dalla signora Fauzia, ha tenuto a chiarire: «Da dove veniamo? Dall’acqua! Siamo nati nell’acqua, cullati nel liquido amniotico, dove siamo stati così bene finché non ci hanno costretti ad uscire per piombare in questo mondo…».
Infine, Gioacchino Onorati, fondatore e proprietario della Aracne Editrice, che annovera l’omonima Tv e numerose pubblicazioni nell’ambito della letteratura scientifica, didattica e accademica.
«L’auspicio – nelle conclusioni del professor Monaco – è che la memoria di uno degli intellettuali più raffinati che il nostro Paese possa vantare continui ad essere non solo celebrata, ma che resti viva, anche attraverso questo Premio, affinché, tra qualche anno, non ci si debba trovare di fronte alla triste domanda: “Lucio Colletti? Chi era costui?”». (giornalistitalia.it)