SAN PIETRO APOSTOLO (Catanzaro) – Marino Bartoletti per la narrativa, Andrea Scanzi per la saggistica e Anna Maria Deodato per la poesia. Questi i vincitori della quarta edizione del Premio letterario Kerasion a San Pietro Apostolo, nella Presila catanzarese.
I riconoscimenti sono stati assegnati dalla giuria presieduta dal giornalista Vinicio Leonetti con la direzione artistica di Miriam Rocca.
“La discesa degli Dei” (Gallucci Editore, 352 pagine, 18 euro) fa parte di una trilogia del giornalista Marino Bartoletti, fondatore del Guerin Sportivo e per anni direttore di Rai Sport. Un viaggio onirico in un “Luogo” dove i protagonisti sono Enzo Ferrari, Raffaella Carra, Ayrton Senna, Diego Maradona e altre superstar della scena pubblica negli anni Ottanta e Novanta.
C’è una Scala Celeste che collega il Luogo alla Terra. È percorrendo quella scala che alcuni dèi, convocati dal Grande Vecchio, tornano per dare una mano a chi ne ha invocato l’aiuto: come la bravissima cantautrice napoletana che sogna di essere finalmente capita e apprezzata; il pilota di talento e senza mezzi che aspira a guidare un giorno una Ferrari in Formula Uno; il campione affermato che vorrebbe recuperare la propria dignità dopo che la sua vita si è ribaltata per una maldicenza ingiusta; la piccola atleta che desidera con tutte le sue forze arrivare alle Olimpiadi; il famoso anchorman, ferito dall’inusitata cattiveria degli uomini, che vuole farla finita… Ed ecco che, con grande generosità, si mobilitano Gigi, Pietro, Pino, Mimmo, Gilles, Fausto, Massimo, guidati dalla più sensibile, umana e coraggiosa di tutti loro.
“Non volevo scriverlo, ma è pronto il quarto volume di questa serie fortunata che piace tanto ai lettori”, ha dichiarato l’autore durante la premiazione.
Con la silloge “Oltre le righe” (Pasquale Gnasso Editore, 110 pagine, 10 euro) ha vinto la calabrese Anna Maria Deodato, mettendo in versi tanta attualità, dalla violenza sulle donne alla discriminazione razziale, con un occhio attento alle questioni aperte di gender e di libertà.
«La silloge, composta da tre parti, si pone l’obiettivo di esprimere emozioni di vita e fatti di cronaca che – spiega Anna Maria Deodato – mi hanno particolarmente colpita. Nella prima parte i componimenti si concentrano sul mondo femminile con uno sguardo particolare alle donne che nel mondo sono vittime di tradizioni, credenze e abusi (“Dentro il burqa” e “Labirinto”) ma anche alle madri che affrontano i dolori della vita (“Tu non lo conosci quel sole”, “Anime fanciulle”) ed infine alle donne che vivono la quotidianità soffrendo, amando e imparando ad amarsi.
La seconda sezione comprende poesie sull’infanzia, con protagonisti i bambini vittime di violenze, di guerre e di culture antropologiche tribali (“Sotto le vesti”, “Sposami bambina”, “Solo cenere”). L’attenzione si rivolge anche agli adolescenti e alle difficili relazioni interpersonali (come nella poesia “Distanze”). La terza parte è frutto di riflessioni su episodi personali e argomenti sociali, con riferimento a persone e storie fatte di drammi, ricordi, sentimenti e sofferenze».
Andrea Scanzi con “E pensare che c’era Giorgio Gaber” (Paper First Edizioni, 174 pagine, 14 euro) ha conquistato il primo premio col racconto del “suo” Gaber, avendolo conosciuto e con cui ha condiviso tanti anni pur essendoci una notevole differenza d’età. L’artista teatrale viene descritto dal giornalista de “Il Fatto Quotidiano” come una persona che avrebbe voluto schivare il palcoscenico, ma che appena ci saliva sopra riusciva a dare il meglio di sé.
A ormai vent’anni dalla sua morte, Giorgio Gaber ci manca ogni giorno. Manca la sua umanità, il suo talento. La sua fisicità, la sua ironia. La sua lucida ferocia, il suo inaudito coraggio. Gaber è stato uno dei più grandi pensatori italiani del Novecento e questo libro, prim’ancora che un racconto appassionato dell’artista, è un atto d’amore. Andrea Scanzi racconta Giorgio Gaber a teatro da ormai dodici anni. La pièce, voluta dalla Fondazione Gaber e dunque anzitutto da Dolores Redaelli e Paolo Dal Bon, doveva essere una data unica a Voghera nel febbraio 2011. Da allora l’ha messa in scena più di duecento volte in tutta Italia, e continuerà a farlo finché sarà possibile: guai a dimenticare Gaber. Il volume è nella sua prima parte il testo – esteso e arricchito – del suo spettacolo omonimo, e dunque la storia della carriera del Signor G. La seconda parte ospita invece una corposa antologia di pensieri e parole che intellettuali, artisti e appassionati famosi (Baglioni, Cremonini, Fossati, Guccini, Luporini, Vecchioni e tanti altri) hanno scritto appositamente per questo libro.
Il Premio Kerasion è organizzato ogni anno dal Comune di San Pietro Apostolo, guidato dal sindaco Raffaele De Santis. L’intera amministrazione, a cominciare dal suo vice Maurizio Talarico e dal delegato alla cultura Giuseppe Sirianni, ce la mette tutta per realizzare questa iniziativa. Che quest’anno è stata arricchita con una rassegna di diversi autori calabresi e la presentazione dei loro ultimi lavori: Olimpio Talarico, Silvia Camerino, Annarosa Macrì, Gregorio Corigliano con Piero Praticò, Antonio Ludovico e Daniela Rabia.
Diversi i premi speciali: Ricky Portera chitarrista di Lucio Dalla e Vasco Rossi, Daniela Rambaldi che ha parlato del padre Carlo, genio creatore di E.T. Alien e King Kong, e Mario Vitale regista di vari film trasmessi dalla Rai. Altro premio speciale per l’impegno antimafia a Massimo Caponnetto, figlio del giudice Nino che lavorò con Falcone e Borsellino; il riconoscimento al libro “C’è stato forse un tempo” alla memoria del generale Dalla Chiesa. Il riconoscimento è stato consegnato da Simona Dalla Chiesa. Infine un premio “Green” ad Angelo Greco per il suo “L’area metropolitana silana in Calabria e nel contesto italiano”, consegnato da Ilario Treccosti direttore del Parco Nazionale della Sila.
Un breve ricordo di Toto Cutugno è stato fatto da parte di Stefania Mancuso, esponente della giuria, sorella dell’agente che per anni ha affiancato il cantante di “Sono un italiano”. Al Premio Kerasion si partecipa senza una quota d’iscrizione, l’importante è che le opere debbano essere edite. La giuria è composta da professionisti, docenti e giornalisti “volontari della parola”. (giornalistitalia.it)