BEIRUT (Libano) – Sono stati almeno 60 i giornalisti uccisi in tutto il mondo lo scorso anno, di cui quasi la metà in Medio Oriente. E a questo si aggiungono “intimidazioni e arresti arbitrari” che configurano “una tendenza ad una maggiore repressione” contro gli operatori dell’informazione. È questo l’allarme lanciato dal capo della delegazione dell’Unione europea in Libano, Angelina Eichhorst, nell’aprire a Beirut la cerimonia per l’assegnazione per i premi “Samir Kassir” per la libertà di stampa.
“La libertà di stampa è una priorità per la Ue”, ha sottolineato ancora la Eichhorst, spiegando l’importanza di questo riconoscimento assegnato da dieci anni dalla Ue e dalla Fondazione Samir Kassir a giornalisti della regione Medio Oriente e Africa del Nord e intitolato a uno dei più famosi editorialisti libanesi, ucciso il 2 giugno del 2005 in un attentato che ha posto fine al suo impegno contro l’occupazione prima e l’influenza siriana poi nel Libano. A dieci anni di distanza gli autori di questo crimine rimangono impuniti.
I vincitori di quest’anno sono, per la categoria “articoli d’opinione”, Ayman al Ahmad, un siriano di 31 anni che vive a Gaziantep, città nel Sud della Turchia diventata base per le operazioni di organizzazioni umanitarie in Siria e per gruppi di attivisti dell’opposizione; per la categoria “articolo investigativo” l’egiziano Hisham Mannaa, di 25 anni; per la categoria “reportage audiovisivo” il siriano-palestinese Mohammad Nour Ahmad, 33 anni, per il suo cortometraggio “Blu” che racconta il ruolo della musica per tenere viva la speranza nella disperazione della guerra, presentando in particolare le vicende di un pianista che suona nelle strade del campo palestinese di Yarmuk, alla periferia Sud di Damasco.
I premiati sono stati scelti tra i 158 giornalisti che hanno presentato quest’anno le loro candidature. Il numero dei partecipanti dalla fondazione del Premio Samir Kassir, dieci anni fa, sono stati oltre 1.500.
“Questa edizione – ha detto Angelina Eichhorst – è dedicata a tutti i giornalisti che con coraggio lavorano in questa regione, ispirati dalla figura di Samir Kassir, in un ambiente caratterizzato da una crescente tendenza negativa alla repressione della libertà di stampa”.
La presidente della Fondazione Samir Kassir, Gisele Khoury, ex compagna del giornalista assassinato, ha affermato che l’impegno per la libertà e per i diritti umani non cesserà di esistere fino a quando esisteranno professionisti come quelli premiati. (AnsaMed)
Scelti tra i 158 candidati al riconoscimento internazionale per la libertà di stampa