Per ricordare la giornalista e sensibilizzare sul tema delle malattie rare

Premio giornalistico Alessandra Bisceglia

Alessandra Bisceglia

Alessandra Bisceglia

ROMA – Seconda edizione del Premio giornalistico intitolato alla memoria di Alessandra Bisceglia. La Fondazione prende il nome dalla giornalista lucana scomparsa il 3 settembre 2008, all’età di 28 anni, in seguito ad una grave patologia legata a una malformazione vascolare rarissima di cui era affetta fin dalla nascita. Il 30 ottobre 2017 a Roma saranno premiati i giornalisti che mostreranno una maggiore attitudine a creare un servizio volto alla sensibilizzazione sul tema delle malattie rare.
Con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, del Vicariato di Roma, dell’Istituto Superiore di Sanità e della Regione Basilicata, a promuovere l’edizione 2017 del Premio sono la Fondazione Alessandra Bisceglia W Ale Onlus e la Libera Università Maria SS. Assunta – Lumsa di Roma.
Un’autorevole Giuria, formata da giornalisti e professori universitari, assegnerà i premi ai tre vincitori e alla testata giornalistica che più si è distinta per solidarietà nei confronti delle persone affette da patologie poco conosciute. Alessandra Bisceglia ha saputo colmare con tenacia e ottimismo i vuoti creati dalla sua malattia, insegnandoci che nella vita non esistono limiti o barriere se si riesce ad essere felici …comunque. Questo Premio è per ricordare lei, la sua forza e la sensibilizzazione a trattare temi difficili.
Il Premio è istituito nell’intento di riconoscere e stimolare l’impegno per la diffusione e lo sviluppo di una cultura della solidarietà e dell’integrazione delle persone diversamente abili, con particolare attenzione sia all’evidenza scientifica e sul piano socio sanitario, sia capace di promuovere all’equità nell’accesso alla cura.
La partecipazione al Premio è gratuita e riservata a giornalisti pubblicisti o professionisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti, di età non superiore ai 35 anni, nonché a giovani che si preparano a diventare giornalisti, frequentando scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine.
Premio BiscegliaIl Premio è articolato in tre sezioni: sezione radio-televisiva
; sezione agenzie di stampa, quotidiani e periodici; sezione web. Un Premio speciale verrà inoltre consegnato alla testata giornalistica che sì è distinta per la diffusione e lo sviluppo di una cultura della solidarietà e dell’integrazione delle persone diversamente abili, con parti colare attenzione all’equità nell’accesso alla cura.
Possono concorrere al Premio gli autori di servizi in lingua italiana pubblicati su quotidiani, agenzie di stampa, settimanali, periodici, testate on-line e servizi e rubriche radiotelevisivi, pubblicati, trasmessi o diffusi nel periodo compreso tra il 1 giugno 2016 e il 30 maggio 2017, che abbiano attinenza con l’informazione sociale relativa a temi oggetto delle finalità sopra esposte.
Le opere in concorso (non più di una per ogni autore) dovranno pervenire, così come di seguito specificato, entro e non oltre il 15 giugno 2017.
Al vincitore (di ogni sezione) sarà consegnata una targa ricordo ed assegnato un premio di 1000 euro; al secondo classificato sarà consegnata una targa e un attestato di partecipazione; al terzo classificato un attestato di partecipazione.
 Il Premio Speciale consiste, invece, in una scultura.
La Giuria è composta da rappresentanti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, della Lumsa, del Vicariato, dell’Istituto Superiore di Sanità, Giornalisti e Soci della Fondazione “Alessandra Bisceglia”. (giornalistitalia.it)

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La scheda d’iscrizione

Alessandra, la storia di un sogno breve

ROMA – Quella di Alessandra è la storia di un sogno breve, 28 anni, ma pieno di emozioni e di forza. Alessandra Bisceglia nasce a Venosa il 30 ottobre del 1980. Appena nata è evidente che qualcosa mina il suo corpicino. La diagnosi è “amartoma”, una rarissima malattia vascolare. Dopo un primo fallimentare tentativo di aiutarla con un intervento chirurgico, i genitori concentrano le loro forze per garantirle una vita assolutamente “normale”.
A Lavello, in provincia di Potenza, dove abita la famiglia Bisceglia, Alessandra cresce bene. È una bambina curiosa, va a danza, studia pianoforte, scia, a scuola prende ottimi voti ed è piena di amici. Nel 1985 arriva anche un fratellino, Nicola, e nel ‘91 la sorellina Serena. Una banale caduta e la frattura dell’omero nel 1993 fanno precipitare le sue condizioni fisiche. Dopo più di un mese di ricovero trascorso a letto, una compressione midollare la costringe, ad appena 14 anni, a ricorrere alla sedia a rotelle.

Alessandra Bisceglia

Alessandra Bisceglia

Per fermare Alessandra, però, ci vuole ben altro e a 18 anni parte per realizzare il suo sogno: studiare Scienze della Comunicazione alla Lumsa di Roma e diventare giornalista. Il trasferimento e l’organizzazione sono tutt’altro che facili. Roma è una metropoli dove per un disabile anche l’autobus è un privilegio da prenotare con quattro giorni di anticipo. Alessandra e la mamma organizzano una rete tra studentato, amici, la zia Teta e riescono anche a cambiare qualcosa per il futuro, convincendo ad esempio la Lumsa a istituire un bus per gli studenti disabili, servizio che ancora oggi è largamente richiesto e utilizzato.
Nel 2005 Alessandra si laurea con il massimo dei voti e, poco dopo, si iscrive all’Albo dei Giornalisti. Nonostante le difficoltà del mercato del lavoro, ha le idee molto chiare e una così solare determinazione che dal primo stage alla radio con Barbara Palombelli, Radio 2 “28 minuti”, non si ferma più. Inizia una brillante carriera, con i servizi per il Tg2, il Corriere della Sera, la scrittura dei due libri, le prime trasmissioni firmate, “Uno Mattina”, “Domenica In” con Lorena Bianchetti, “Ragazzi c’è Voyager” con Roberto Giacobbo, “Mi manda Rai 3”.
È pronta a ripartire con una nuova stagione, quando il 3 settembre 2008, all’età di 28 anni, lascia le rotelle per mettere le ali. Alessandra ha sempre guardato alla vita con gioia ed entusiasmo, sfidando il modo tradizionale di vivere la disabilità, combattendo i pregiudizi e tutti gli ostacoli, sino a raggiungere mete che le sembravano negate. Ale amava profondamente la sua vita, e il suo sorriso riusciva a dare forza alle persone che incrociavano il suo cammino. Una persona speciale che continua ad aiutare il prossimo nella Fondazione che porta il suo nome.

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