PALERMO – Il premio giornalistico nazionale “Mario e Giuseppe Francese”, che ha celebrato ieri la XXI edizione, è già proiettato nel futuro e si prepara a celebrare adeguatamente il prossimo 26 gennaio, a quarant’anni dall’omicidio mafioso di Mario Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia. Nel corso della cerimonia di premiazione, sono stati consegnati i riconoscimenti per il 2018, un viaggio emozionante nel giornalismo che non abdica al proprio ruolo fondamentale in ogni democrazia. È stata un’edizione all’insegna di Daphne Caruana Galizia, Elia Minari, di quattro cronisti segnalati per la propria opera quotidiana, e degli studenti di otto istituti superiori siciliani (di Palermo, Corleone e Siracusa) che hanno partecipato alla sezione Scuole del premio.
Il riconoscimento principale, intitolato a Mario Francese, assegnato alla cronista maltese Daphne Caruana Galizia, è stato ritirato da Corinne Vella, sorella della giornalista rimasta uccisa a 53 anni, lo scorso 16 ottobre, nell’esplosione di un’autobomba vicino casa.
Giornalista investigativa nella sua Malta, Daphne Caruana Galizia aveva condotto una serie di indagini di alto profilo sul tema della corruzione, che interessava anche nomi importanti della politica e delle istituzioni del suo Paese. «Noi familiari – ha raccontato sul palco Corinne Vella, con parole tradotte per l’occasione da Dimitri Strazzeri – eravamo al corrente di quanto fossero pericolose le sue inchieste, avevamo paura che potesse succedere il peggio. È stato necessario il suo sacrificio perché alcuni maltesi cominciassero a comprendere l’importanza del suo lavoro».
«Comprendo il dolore di Corinne e dei suoi familiari – ha sottolineato Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, figlio di Mario e fratello di Giuseppe – la mia famiglia ha conosciuto tanti anni di silenzio, che uccide allo stesso modo del piombo. È fondamentale che nel caso di Daphne Caruana Galizia la cooperazione internazionale di un pool di giornalisti abbia deciso di proseguire il suo lavoro. Noi giornalisti dobbiamo essere capaci di comunicare il nostro lavoro a noi stessi, ai giovani e alla società civile».
Sono intervenuti alla manifestazione Carlo Bonini e Giuliano Foschini, giornalisti del quotidiano “la Repubblica”, che fanno parte del pool di cronisti del “Daphne Project”: quarantacinque giornalisti di quindici testate internazionali che continuano il suo lavoro per completare il suo lavoro di indagine su corruzione e criminalità nell’isola di Malta.
La commissione del Premio Francese, presieduta dallo scrittore e caporedattore del Tg5 Gaetano Savatteri, ha assegnato anche il premio “Giuseppe Francese”, riservato a un giornalista Under 36 (l’età del figlio di Mario Francese quando morì), ad Elia Minari, studente universitario di Giurisprudenza e fondatore e coordinatore della web-tv www.cortocircuito.re.it.
«Era solo un liceale – recita la motivazione del premio – quando con determinazione e coraggio è riuscito a svelare gli intrecci criminali a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, sciolto per mafia proprio grazie all’indagine giornalista svolta da Elia Minari e dai suoi compagni. Oggi l’impegno di Elia Minari contro la presenza delle organizzazioni criminali al nord prosegue anche attraverso l’associazione Cortocircuito, a dimostrazione che lo spirito giornalistico, senza steccati di età o di tirocinio, si nutre soprattutto di curiosità, dedizione, puntiglio, senso etico e critico».
Nel corso della cerimonia, presentata da Roberto Leone e da Marina Turco e trasmessa in diretta sulla pagina Facebook dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, è stato ricordato il quarantesimo anniversario dell’omicidio mafioso di Peppino Impastato, con un premio speciale per Giovanni Impastato, che ha coltivato la memoria del fratello, continuandone a testimoniare coraggio e lavoro. Emozionante l’intervento di Giovanni che, fra le altre cose, ha ricordato: «Mario Francese è stato il primo giornalista della stampa a non credere all’ipotesi a non credere al suicidio di Peppino, il primo a dare spazio all’ipotesi dell’omicidio».
Quattro riconoscimenti speciali sono stati assegnati ad altrettanti giornalisti siciliani, Sandra Figliuolo de “Il Giornale di Sicilia”, Antonio Fraschilla de “La Repubblica”, Luigi Perollo, direttore del TgMed, e Fulvio Viviano, volto di SktTg24 in Sicilia.
La commissione esaminatrice della sezione Scuole del premio (sezione coordinata da Andrea Tuttoilmondo), composta dai giornalisti Maria Pia Farinella, Lidia Tilotta, Alessandra Turrisi e Tano Gullo ha deciso di assegnare il primo premio agli studenti del liceo classico “Vittorio Emanuele II”, il secondo a quelli dello scientifico “Benedetto Croce” e il terzo a quelli del classico internazionale “Giovanni Meli”.
Una menzione speciale è andata al lavoro presentato dal liceo Don Bosco Ranchibile. Un intermezzo musicale è stato affidato a Ciccio Runner Drummer, figlio di Francesco Foresta, scomparso tre anni fa per un brutto male, che è stato vice capo redattore de “Il Giornale di Sicilia”, poi fondatore di Live Sicilia, e da sempre amico del premio Francese. (giornalistitalia.it)