CARDÈ (Cuneo) – È il giornalista e scrittore calabrese Vincenzo Ursini il vincitore della II edizione del Premio Letterario dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia, concorso istituito negli anni scorsi dalla segreteria nazionale Anpci per dar voce a tutti quegli autori che nelle loro opere hanno raccontato la vita dei piccoli borghi.
Nato a Petrizzi, in provincia di Catanzaro, il 15 febbraio 1954, Vincenzo Ursini è giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Calabria dal 22 giugno 1991. Dopo aver vinto, lo scorso 25 agosto, il premio “Teseo” di Milazzo, il suo romanzo inedito “La ritornanza” si è, dunque, aggiudicato anche il Premio Anpci che gli verrà consegnato il prossimo 23 settembre, a Cardè, nel corso di una cerimonia che si terrà, alle ore 10, nella Confraternita di San Sebastiano.
L’evento è parte integrante del programma della XXIII Assemblea Nazionale e della XVIII Festa Nazionale dell’Anpci, con una serie di iniziative in programma dal 22 al 24 settembre nei vari comuni dell’Associazione Octavia, in provincia di Cuneo.
Il paese oggetto del romanzo di Ursini è la sua Petrizzi, a 356 metri sul livello del mare e distante una manciata di chilometri da Soverato. Ursini ha ambientato la storia del protagonista, un noto professore universitario, tra quelle colline e il fiume Beltrame che scorre a valle.
La giuria, presieduta dal prof. Francesco Garofalo, giornalista e docente universitario di Storia delle Istituzioni Politiche e Sociologia, era composta da Antonio Argentino, Ida Paola Cerenzia, Antonio Filardi, Eugenio Maria Gallo, Valerio Grosso, Teresa Iona, Laura Marchetti, Gerardo Melchionda, Antonio Pettinato, Renato Pellegrino, Carmela Pistone, Giuseppe Rizzuti, Zaccaria Spina, Enrico Vignati: docenti, professori universitari, giornalisti, sindaci, tutti orientati a celebrare, con la straordinaria bellezza delle parole, i piccoli borghi di provincia.
«La Ritornanza – si legge nella motivazione della giuria del premio “Teseo” (Maria Lizzio, Silvana Gitto, Giovanni Albano, Francesca Roveri, Salvo Pandolfo) – è romanzo della memoria, in cui un passato mai concluso è motore vitale del presente e di una ricerca inesausta di autenticità. Così, nell’intimo, c’è un consapevole recupero, da parte del protagonista, dei luoghi e dei volti dell’infanzia che hanno nutrito la sua anima.
Egli ritorna, infine, a se stesso, e, agganciate le proprie radici, può ricominciare a vivere e ad amare. Il romanzo è pregevole anche per lo stile sobrio e misurato, cui non manca, a tratti, l’intensità di alti momenti di lirismo».
«Questo romanzo – commenta l’autore Vincenzo Ursini – vuole essere un doveroso omaggio al mio paese, alla sua gente, ai tanti amici che, nei momenti di difficoltà, mi hanno sostenuto con affetto, condividendo insieme a me gli stessi ideali di giustizia e di lotta contro le miserie e le prevaricazioni politico-sociali della Calabria». (giornalistitalia.it)