BOLOGNA – Non solo lo sciopero, per difendere lavoro e qualità dell’informazione, il giornale che stamattina è uscito lo stesso, le scuse ai lettori per “un prodotto neanche lontanamente paragonabile a quello che tutti i giorni le centinaia di giornalisti di questo gruppo concorrono a realizzare”: i giornalisti dei tre quotidiani della Poligrafici Editoriale – Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno – hanno dovuto fare i conti anche con l’assessore al Lavoro della Regione Emilia Romagna, Patrizio Bianchi. Sembra una beffa, ma è un’amara realtà.
«Martedì e mercoledì – scrivono “con rammarico” i Cdr della Poligrafici Editoriale – praticamente tutti i giornalisti del nostro gruppo, che abbraccia anche altre testate storiche come La Nazione e Il Giorno, hanno protestato contro i vertici e la direzione della Poligrafici Editoriale che ha intenzione di operare un pesante piano di tagli agli organici (ora “congelato” in attesa di un confronto a Roma con la Federazione nazionale della stampa italiana e la Federazione italiana editori giornali) prevedendo, tra le altre cose, la mancata assunzione di 44 giovani precari, anche in presenza di accordi firmati al ministero del Lavoro. Oggi, sulla Cronaca di Bologna del Carlino uscita in edicola, confezionata praticamente solo da direttori e vicedirettori, c’è un intervento a sua firma, sul tema della convivenza tra città e studenti, con tanto di foto, che occupa quasi una pagina».
«Insomma, per essere chiari, – incalzano i Comitati di redazione – è come se lei avesse lavorato alla catena di montaggio in un fabbrica metalmeccanica dove gli operai avevano incrociato le braccia. Ci dispiace molto assessore di questo suo comportamento, e ne sono più dispiaciuti i tantissimi giovani aspiranti giornalisti che da precari hanno scioperato in questi giorni, ragazzi che probabilmente non possono sentirsi tutelati da un assessore al Lavoro che acconsentendo alla pubblicazione di un suo intervento in un giornale in sciopero ha calpestato i loro diritti».
Una lettera, quella firmata dai Cdr del gruppo editoriale targato Monti Riffeser, arrivata forte e chiara al destinatario: «Ho letto con sincero dolore la vostra lettera – è stata la risposta, arrivata a stretto giro di “posta”, dell’assessore Bianchi –. Tutta la mia storia personale dimostra quanto io sia lontano dal volere calpestare i diritti di chiunque. Mi è stato chiesto un commento a caldo su un tema rilevante come il diritto allo studio. Non mi sostituivo certamente al lavoro dei giornalisti, che ho sempre rispettato. Mi scuso se questa mia disponibilità al dialogo sul tema del diritto allo studio può essere sembrata una lesione dei vostri legittimi diritti». (giornalistitalia.it)
Un intervento di Bianchi (Lavoro) sul Carlino Bologna mentre i giornalisti scioperano