KAMPALA (Uganda) – Sette soldati dell’Esercito dell’Uganda sono stati condannati da una commissione disciplinare a pene da due a tre mesi di reclusione, in un carcere militare, al termine di un processo a porte chiuse. Lo ha reso noto lo stesso Esercito in riferimento al pestaggio di nove giornalisti davanti alla sede dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani.
L’esercito si era già scusato per le violenze subite dai giornalisti, feriti a colpi di bastone mentre il leader dell’opposizione, ex candidato alla presidenza della National Unity Platform (Nup) Robert Kyagulanyi Ssentamu alias Bobi Wine, presentava una petizione sulle gravi violazioni dei diritti umani in Uganda all’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani nel quartiere Kololo della capitale.
A riportare le peggiori conseguenze sono stati i giornalisti: Henry Ssekanjakko e Timothy Murungi di New Vision, Cliff Wamala di Ntv, Irene Abalo Otto del Daily Monitor, Shamim Nabakooza di Record Tv e Nalule Amina di Galaxy FM. Colpiti anche Josephine Namakumbi di Nbs Tv, Joseph Sabiti e Thomas Kitimbo.
A condannare la brutalità dell’esercito sono stati l’Uganda Editors Guild, l’Uganda Parliamentary Press Association (Uppa), l’Uganda Journalists Association (Uja) e la Human Rights Network for Journalists, i quali assicurano che continueranno a documentare i violenti attacchi sferrati quotidianamente nei confronti dei giornalisti.
«Gli attacchi ai giornalisti – affermano – continueranno ad essere documentati e denunciati perché non potranno restare impuniti. Siamo preoccupati dei continui attacchi alle libertà civili, comprese le violazioni alla libertà di associazione registrati prima e dopo le elezioni generali del 2021, a causa di azioni che annullano tutti gli sforzi del costituzionalismo e dello Stato di diritto intrapresi da molti decenni».
L’Editors Guild, in particolare, ha invitato il capo delle forze di difesa, gen. David Muhoozi, a «tenere a freno gli uomini e gli ufficiali, condannare pubblicamente gli attacchi ai giornalisti e ordinare un’indagine trasparente e indipendente sulla violenza da parte di agenzie di sicurezza».
Il presidente della Ppa, Moses Mulondo, denuncia che «picchiare i giornalisti mentre svolgono il loro lavoro è una violazione della libertà di stampa sancita dalla costituzione dell’Uganda».
«Mi scuso con i media per gli incidenti accaduti», ha ammesso il generale Muhoozi comunicando che «i giornalisti che hanno subito lesioni saranno assistiti e l’esercito si farà carico delle spese mediche». (giornalistitalia.it)