Novara: l'inviato speciale de “La Stampa” Renato Rizzo con il suo libro d'interviste

Per il mondo senza dimenticarsi della casa

L’architetto Marco Bozzola e i giornalisti Renato Rizzo e Francesco Moscatelli

NOVARA – “Una vita da cronista sempre lontano dalla famiglia” spiega la nostalgia del focolare e, forse, la necessità di scrivere un libro intitolato “Di casa in casa”. L’autore, Renato Rizzo, è stato firma autorevole delquotidiano La Stampa, inviato speciale e “quirinalista” al seguito di due presidenti della Repubblica (Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro).

“Di casa in casa”

La pubblicazione è edita da “Codice”, 18 euro, copertina rilegata, 174 pagine. Ospite del circolo dei lettori di Novara, presentato dall’architetto Marco Bozzola e da Francesco Moscatelli giornalista de “La Stampa”, Rizzo suggerisce che “la casa è una scultura sentimentale”. Poi che “è un prisma dalla diverse facce interpretative che coinvolgono saperi ed emozioni”. E ancora che: “è come mettere i mattoni sul lettino di uno psicanalista”.
Il lavoro procede attraverso otto interviste: otto persone che suscitano immagini, indugiano su dettagli particolari e si abbandonano a confidenze. Domenico Quirico, per esempio, giornalista della Stampa, esperto di questioni del mondo arabo, racconta le settimane trascorse in prigionia in Siria.
Lì capisci per davvero che cosa vuol dire stare a casa tua, davanti alla televisione, prima di mettersi a tavola per la cena.
Oppure il dialogo con Gea Scancarello, pure giornalista, free lance, autrice del libro di successo “mi fido di te”. Per tanti paesi che ha potuto visitare, diversissimi, uno dall’altro, c’è un filo conduttore che tiene insieme costumi e civiltà: la voglia della propria casa.
Il mondo della globalizzazione – tesi dell’autore e dell’intervistata – non potrà soffocare il desiderio del mondo di essere un villaggio: un posto dove un sacco di persone si conoscono e si fidano una dell’altra”. Anche Augusto Romano è un pubblicista, psicologo e analista con un curriculum prestigioso e numerose pubblicazioni all’attivo.

Domenico Quirico

«Il nome casa – rileva – evoca immagini che rimandano a persone, luoghi e oggetti fortemente emotivi». Gli altri intervistati sono: Ernesto Oliviero (costruttore dell’”Arsenale della pace” per ospitare il mondo degli emarginati); il fotografo Tommaso Mori; la sociologa Marianna Filandri (specializzata sui temi delle “disuguaglianze”) e Riccardo Oldani, studioso di nuove tecnologie
La casa non deve necessariamente apparire grande, lussuosa e dotata di chissà quali diavolerie tecnologiche. Potrebbe bastare anche un angolino dove sentirsi appagati. «Come inviato – commenta Rizzo – ho consumato una vita con la valigia in mano, sempre a correre dietro alle notizie perché una volta succedeva questo fatto e l’altra volta bisognava fare quel servizio. Mi ricordo che i miei famigliare e gli amici mi dicevano “ma non sei mai a casa!”. Era vero ma, anche se fisicamente ero altrove, ho sempre considerato che casa mia era quella: quell’appartamento fuori Torino. Ho visto tante abitazioni, alberghi, residenze, hotel, ma il profumo della mia casa è inconfondibile». (giornalistitalia.it)

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