ROMA – Circolano in questi giorni documenti e appelli al Governo, al Parlamento e al Presidente della Repubblica che invocano per l’Inpgi 1 l’intervento salvifico della mano pubblica che dovrebbe attingere ai bilanci dello Stato per riequilibrare i conti dell’Inpgi. È la cosiddetta garanzia pubblica sulle pensioni. C’é chi sostiene che ciò sia una favola, perché gli enti previdenziali privatizzati, compreso l’Inpgi 1, devono per legge operare senza oneri per lo Stato (e il Governo non intende modificare la legge).
Non é, però, una favola. Infatti l’Inpgi 1, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”, già ente pubblico, é dal 1994 una Fondazione dotata di personalità giuridica di diritto privato incaricata di pubbliche funzioni a norma dell’art. 38 della Costituzione, che assicura le prestazioni pensionistiche e assistenziali a tutti i giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti lavoratori subordinati, giovani ed anziani.
L’Inpgi 1, a differenza dell’Inps – di cui é oggi l’unico ente sostitutivo in base alla legge Rubinacci n. 1564 del 20 dicembre 1951 e all’art. 38 della legge sull’editoria n. 416 del 1981 – non ha mai goduto – per espresso divieto legislativo codificato nel Decreto Legislativo di privatizzazione n. 509 del 1994 – di finanziamenti a carico del bilancio dello Stato, salvo quelli connessi con la fiscalizzazione degli oneri sociali.
Ebbene, proprio in applicazione dell’art. 18 ter della legge n. 2 del 28 gennaio 2009 e dell’art. 41-bis della legge n. 14 del 27 febbraio 2009, lo Stato da 11 anni ad oggi ha rimborsato ogni anno all’Inpgi 1 fino ad un massimo di 20 milioni di euro complessivi (cioè 10 milioni + 10 milioni di euro) a titolo di fiscalizzazione degli oneri sociali sui prepensionamenti dei giornalisti concessi in base alla legge sull’editoria n. 416 del 1981 ed autorizzati, di volta in volta, dal ministero del Lavoro. Per decenni, fino al 31 dicembre 2008, l’Inpgi 1 si é, invece, accollato per intero – senza essere mai rimborsato dallo Stato – il rilevantissimo costo di centinaia di giornalisti prepensionati in età ancora giovane tra i 55 e i 60 anni di età e dipendenti da aziende in crisi, mentre dal 2009 non ha mai avuto il ristoro dell’intero onere degli ammortizzatori sociali, compresi i contributi figurativi sui prepensionamenti. (giornalistitalia.it)
Pierluigi Franz
Questo è il dettaglio dello sbilancio in negativo (cioè in rosso) tra uscite per pensioni INPGI 1 ed entrate per contributi obbligatori dal 2011 al 2020 (per farvi fronte l’ente ha intaccato il suo patrimonio per un importo corrispondente):
- 2011 – 11,414 milioni di euro =412,866 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 401,452 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2012 – 33,799 milioni di euro =436,208 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 402,409 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2013 – 85,044 milioni di euro =462,668 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 377,624 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2014 – 111,248 milioni di euro =485,423 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 374,175 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2015 – 134,096 milioni di euro =505,292 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 371,196 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2016 – 139,361 milioni di euro = 529,337 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 389,976 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2017 – 163,976 milioni di euro =540,853 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 376,877 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2018 – 147,652 milioni di euro =555,584 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 407,932 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2019 – 169,138 milioni di euro =559,403 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 390,265 Contributi obbligatori in milioni di euro
- 2020* – 197,078 milioni di euro =568, 015 Prestazioni obbligatorie in milioni di euro – 384,512 Contributi obbligatori in milioni di euro
Lo sbilancio in negativo tra uscite per pensioni INPGI 1 ed entrate degli ultimi 10 anni ammonta complessivamente ad 1 miliardo 192 milioni 806 euro.
*Bilancio di assestamento al 31/12/2020
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