Il direttore del Financial Times, Roula Khalaf, spiega la sua visione del giornalismo

Pensiamo prima al web e poi al giornale cartaceo

Roula Khalaf

ROMA – «L’obiettivo è sempre lo stesso, produrre la migliore informazione possibile, ma la differenza è che ora dobbiamo pensare prima al web e poi al giornale cartaceo, e che oggi sappiamo, grazie ai data, chi sono e cosa vogliono i lettori».
Intervistata dal quotidiano la Repubblica, Roula Khalaf, direttore del Financial Times, offre la sua visione del giornalismo in questo momento storico.
«Oggi i lettori sono divisi in due gruppi. Uno è completamente digitalizzato. L’altro è la generazione ancora attaccata alla carta: gente che segue le news su siti e piattaforme mobili, ma vuole lo stesso qualcosa dai giornali cartacei, la spiegazione delle notizie, il commento, l’analisi, per la quale può aspettare anche il giorno dopo. In generale e in particolare al Financial Times, inoltre, bisogna distinguere fra i lettori dei giorni feriali e quelli del weekend. Abbiamo lettori che non comprano il giornale cartaceo dal lunedì al venerdì, ma lo comprano il sabato (il Ft non esce la domenica, ndr), magari per leggerlo a letto e condividere gli inserti in famiglia».
Come funziona al Financial Times l’integrazione fra carta e web?
«Nella nostra redazione voglio che tutti pensino per prima cosa al digitale. La stragrande maggioranza dei nostri lettori, circa un milione di abbonati, sono online, perciò dobbiamo dare la precedenza al web. Da quello, poi, produciamo il giornale cartaceo. In passato succedeva il contrario: all’inizio dell’era digitale cercavamo di tradurre il giornale di carta in prodotto digitale. Ora voglio portare questa svolta ancora più avanti, producendo storie specificatamente per il digitale.
Ho un gruppo di redattori che lavorano sul cartaceo, con il compito di estrarre dal digitale quello che è particolarmente adatto alla carta. Ma viene prima il web. Ciò che per me rimane importante, nel cartaceo, è la prima pagina: perché è l’espressione del nostro brand. C’è ancora interesse per la prima pagina, so che certi direttori non le danno più attenzione ma io voglio ancora vederla prima che il giornale vada in stampa».
«Attraverso questo processo, in cui il digitale ha la preminenza, non bisogna trattare l’edizione cartacea come se fosse di seconda classe – chiarisce il direttore del Financial Times – La produzione delle due facce del giornale, web e carta, è differente, ma la qualità è la stessa e l’organizzazione giornalistica è una sola. Così ormai parlo del Ft, non dico più “il giornale” o “il sito”, dico “l’organizzazione giornalistica”».
Ma i giornali di carta scompariranno nei prossimi  dieci anni?
«Penso che di sicuro esisterà ancora l’edizione cartacea nel weekend del Financial Times. All’inizio della pandemia ho cominciato a chiedermi per quanto continuerà a esistere l’edizione dei giorni feriali, ma mi sembra che abbiamo affrontato bene la tempesta. Siamo un’industria in continua evoluzione. Predire se o quando finirà il cartaceo dipende dai risultati economici. Certo siamo affezionati alla carta. È l’espressione più potente del nostro brand. Spero dunque che fra dieci anni avremo ancora un giornale di carta dal lunedì al venerdì. E sono sicura al 100 per cento che lo avremo nel weekend». (adnkronos)

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