FIRENZE – Aumento degli attacchi fisici e delle molestie online contro i giornalisti, peggioramento delle condizioni di lavoro e della redditività dell’industria dell’informazione europea per la pandemia da Covid: è quanto emerge dal Media pluralism monitor 2021 del centro per il pluralismo e la libertà dei media presso l’Istituto universitario europeo di Fiesole (Firenze).
I risultati di questa edizione del monitoraggio, spiega una nota, confermano le tendenze degli anni precedenti, dimostrando una «stagnazione generale o un deterioramento del pluralismo e della libertà dei media». In particolare il rapporto evidenzia che diversi paesi segnalano un aumento degli attacchi fisici contro i giornalisti, nonché minacce e molestie online e un quadro di generale declino in Europa per quanto riguarda la protezione della libertà di espressione e la protezione del diritto all’informazione.
Inoltre, secondo il Media pluralism monitor, «le condizioni economiche di lavoro dei giornalisti continuano a peggiorare, in particolare tra i freelance e i giornalisti indipendenti. Infine, la sostenibilità economica dell’intera industria dell’informazione è messa a repentaglio, anche a causa della crescente appropriazione dei ricavi pubblicitari da parte delle piattaforme digitali.
«Il Media pluralism monitor – afferma il professor Pier Luigi Parcu – dimostra chiaramente l’attuale fragilità del pluralismo dei media in Europa alla luce delle turbolenze provocate dalla pandemia di Covid e dal continuo sconvolgimento digitale. Mentre il Covid ha evidenziato l’importanza fondamentale del giornalismo di qualità professionale in tempi di crisi, assistiamo sempre più a episodi di violenza contro i giornalisti, minacce online e crescente incertezza economica. Tendenze come queste danneggiano la capacità dei giornalisti di svolgere il loro ruolo essenziale nella società al servizio del nostro discorso democratico». (ansa)
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Media pluralism monitor 2021