CASSANO IONIO (Cosenza) – “Quando all’amore per Dio si sostituisce quello per il denaro si è adoratori del Male e del peccato. E questa terra conosce e porta i segni delle conseguenze del peccato, della violenza e della sopraffazione. La ’ndrangheta è questo: adorazione del Male e disprezzo del Bene comune. I mafiosi non sono in comunione con Dio. Noi dobbiamo condannare tutto questo”.
Parole che scuotono e confortano, pesanti, vere e che arrivano sempre dritte al cuore, quelle che Papa Francesco ha pronunciato a Sibari durante l’omelia che ha concluso la sua visita in Calabria. Una dura reprimenda che vuole essere monito e occasione per ripartire. Una scomunica in piena regola per tutti i mafiosi.
Papa Francesco sceglie di far visita alla minuscola diocesi di Cassano. Un comune che nel gennaio scorso è stato teatro del più efferato dei delitti: l’uccisione di un bimbo, Cocò Campilongo. Una comunità ferita e sconvolta da tanta incomprensibile violenza. Il Papa non ha fatto cenno al caso in questione, ma ha esortato i fedeli a non piegarsi al peccato.
“La Chiesa deve spendersi perché il Bene possa prevalere. Quindi rinunciamo a Satana e alle sue seduzioni, all’idolo del denaro, all’orgoglio, alla violenza. Come vescovo di Roma sono qui per confermarvi nella Fede e nella Carità e incoraggiarvi nel vostro cammino. Il popolo che adora Dio è quello che cammina nella Carità”.
E il Papa sceglie di essere come Cristo, tra gli ultimi, tra gli oppressi, tra chi si sente abbandonato e dimenticato. Prima di lui monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano e segretario della Cei, aveva ammonito i presenti: “La ’ndrangheta impedisce i processi di crescita, non solo economica. La ’ndrangheta non si nutre solo di denaro e malaffare, ma si serve anche delle coscienze addormentate e perciò conniventi”.
Poi il Papa si rivolge alle Istituzioni affinché “vivano per il bene comune” ed esorta la Chiesa calabrese che “è sempre impegnata coraggiosamente per cambiare un certo stile di vita”.
Nella mattinata Papa Bergoglio ha portato la sua parola ai detenuti del carcere di Castrovillari. A loro ha rivolto parole di speranza: “La vostra detenzione sia finalizzata al reinserimento nella società altrimenti la pena degrada a strumento di punizione e ritorsione sociale a sua volta dannoso per l’individuo e la società”.
“La ’ndrangheta impedisce i processi di crescita e si nutre solo di denaro e malaffare”