CITTÀ DEL VATICANO – Sui media vaticani il direttore editoriale Andrea Tornielli replica a chi in questi giorni ha messo in discussione il titolo dell’Enciclica, “Fratelli tutti”, vedendovi una mancanza di rispetto alla parità di genere.
«Il titolo originale in lingua italiana rimarrà tale – e dunque senza essere tradotto – in tutte le lingue in cui il documento sarà diffuso. Com’è noto, le prime parole della nuova “lettera circolare” (questo è il significato della parola “enciclica”) prendono spunto dal grande Santo di Assisi del quale Papa Francesco ha scelto il nome», spiega.
In attesa di conoscere i contenuti di questo messaggio, che il successore di Pietro intende rivolgere all’umanità intera e che firmerà il prossimo 3 ottobre sulla tomba del santo, «negli ultimi giorni abbiamo assistito a discussioni a proposito dell’unico dato disponibile, vale a dire il titolo e il suo significato. Trattandosi di una citazione di san Francesco (la si trova nelle Ammonizioni, 6, 1: FF 155), il Papa non l’ha ovviamente modificata. Ma sarebbe assurdo pensare che il titolo, nella sua formulazione, contenga una qualsivoglia intenzione di escludere dai destinatari più della metà degli esseri umani, cioè le donne», sottolinea Tornielli.
Al contrario, «Francesco ha scelto le parole del santo di Assisi per inaugurare una riflessione a cui tiene molto sulla fraternità e l’amicizia sociale e dunque intende rivolgersi a tutte le sorelle e i fratelli, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che popolano la terra».
«A tutti, in modo inclusivo e mai escludente – ribadisce –. Viviamo in un tempo segnato da guerre, povertà, migrazioni, cambiamenti climatici, crisi economiche, pandemia: riconoscerci
fratelli e sorelle, riconoscere in chi incontriamo un fratello e una sorella; e per i cristiani, riconoscere nell’altro che soffre il volto di Gesù, è un modo di riaffermare l’irriducibile dignità di ogni essere umano creato a immagine di Dio. Ed è anche un modo per ricordarci che dalle presenti difficoltà non potremo mai uscire da soli, uno contro l’altro, Nord contro Sud del mondo, ricchi contro poveri. O separati da qualsiasi altra differenza escludente».
«Il tema centrale della lettera papale è questa “benedetta appartenenza comune” che ci fa essere fratelli e sorelle», sottolinea ancora Tornielli nel suo editoriale.
«Fraternità e amicizia sociale, i temi indicati nel sottotitolo, indicano ciò che unisce uomini e donne, un affetto che si instaura tra persone che non sono consanguinee e si esprime attraverso atti benevoli, con forme di aiuto e con azioni generose nel momento del bisogno – conclude –. Un affetto disinteressato verso gli altri esseri umani, a prescindere da ogni differenza e appartenenza. Per questo motivo non sono possibili fraintendimenti o letture parziali del messaggio universale e
inclusivo delle parole “Fratelli tutti”». (ansa)