Lo ricorda padre Giulio Albanese, missionario comboniano e “giornalista di pace”

Papa Francesco ai media: “Voce agli ultimi”

Papa Francesco

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CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco ci esorta a promuovere un giornalismo di pace che dia voce agli ultimi e, in questo impegno, trova al suo fianco le riviste missionarie. A sottolinearlo, a Vatican News, è padre Giulio Albanese, missionario comboniano ed esempio concreto di “giornalista di pace”.
Dopo aver diretto il New People Media Centre di Nairobi e aver fondato nel 1997 la Missionary Service News Agency (Misna) è ora direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie: Missio Italia, Popoli e Missione e Il Ponte d’Oro. Padre Albanese muove la sua riflessione dal tema del Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, “La verità vi farà liberi: fake news e giornalismo di pace”.
“È evidente che Papa Francesco ha compreso quanto sia importante l’informazione oggi nella cornice della globalizzazione, del cosiddetto ‘villaggio globale’. Non fosse altro perché – afferma padre Albanese –, effettivamente, è la prima forma di solidarietà: dare voce a chi non ha voce! Questa è un’istanza rispetto alla quale io credo che nessuno possa stare alla finestra a guardare. Penso innanzitutto a chi opera nel mondo dell’editoria, perché davvero non si può guardare solo e unicamente alla dimensione del profitto, ma bisogna dare voce a chi non ha voce. Questo significa cogliere tutte quelle che sono le istanze di bene, le necessità, le urgenze, stigmatizzare le ingiustizie. E chiaramente tutto questo implica uno sbilanciamento: stare dalla parte degli ultimi”.
Padre Albanese ricorda che l’editoria missionaria, soprattutto guardando alla realtà italiana, “ha rappresentato sempre il fiore all’occhiello dell’editoria cattolica”. “C’è una tradizione per cui, tornando indietro con la ‘moviola della storia’, ci rendiamo conto che – continua – il mondo missionario ha offerto uno straordinario contributo, soprattutto per raccontare fatti e accadimenti che si sono verificati in passato e che si continuano a verificare in quelle che Papa Francesco chiama le ‘periferie del mondo’. Tutte queste testate, a mio avviso, hanno svolto proprio un ruolo importante nell’affermare una consapevolezza che in fondo, a pensarci bene, risponde a quella che è la logica del Vangelo: cioé la dimensione della universalità, una fratellanza a tutto campo che va ben al di là di nazionalismi, populismi e provincialismi, che rappresentano davvero il tarlo del nostro tempo”. (agi)

 

 

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