ROMA – Nel quarto anniversario della scomparsa del giornalista Paolo Bonaiuti, il ricordo della sua figura di giornalista, deputato, senatore e uomo di governo è ancora molto presente tra i tanti che lo hanno conosciuto, stimato e apprezzato proprio per le sue doti umane e professionali.
A dare notizia della sua morte fu proprio Silvio Berlusconi: «Piango, con tutti i miei collaboratori, la scomparsa del senatore Paolo Bonaiuti. A lui, che era un giornalista di successo, chiesi di diventare il mio portavoce e di accompagnarmi nella mia esperienza alla Presidenza del Consiglio, dove è stato a lungo un apprezzato Sottosegretario. È stato un collaboratore particolarmente prezioso e soprattutto un grande amico col quale ho condiviso un lungo percorso. Mi è mancato molto in questi ultimi anni e mi mancherà a maggior ragione ora che è scomparso prematuramente. Paolo lascia un grande vuoto in tutte le persone che gli hanno voluto bene, a partire dalla moglie Daniela alla quale mi unisco con un forte ed affettuoso abbraccio».
“Paolo Bonaiuti, giornalista, senatore, uomo di governo” è l’appuntamento che l’on. Giorgio Lainati, suo amico vero di sempre, ha organizzato per ricordarlo lunedì 9 ottobre, alle ore 17, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma.
Ad introdurre il dibattito sarà il direttore di “Porta a Porta”, Bruno Vespa, che lo conosceva bene. Seguiranno gli interventi di Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera, Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura, Agnese Pini, direttore di Quotidiano Nazionale, Susanna Petruni, vice direttore di Rai Parlamento, e Attilio Romita, storico conduttore del Tg1 ai tempi in cui Paolo Bonaiuti era punto di riferimento del mondo berlusconiano.
Un dibattito che ci darà di Paolo Bonaiuti, ne siamo certi, quella che era la sua vera dimensione umana e morale, che era davvero di altissimo profilo.
Con lui se è andato uno dei grandi tessitori politici di questi ultimi 40 anni di vita politica repubblicana, e se ne è andato soprattutto un grande cronista e un grande protagonista del giornalismo italiano. Io lo conoscevo bene, e lo ammiravo profondamente per quello che lui sapeva dirti, o anche non poteva dirti, accennando soltanto ad un sorriso. Oggi finalmente qualcuno si ricorda di lui.
Era il 16 ottobre del 2019. L’Italia politica salutava una volta per sempre Paolo Bonaiuti. Aveva appena compiuto 79 anni ed era lo storico portavoce di Silvio Berlusconi. Ma non solo questo, Paolo Boaniuti era anche l’amico personale più vicino al Cavaliere, più di quanto non lo sia stato lo stesso Fedele Confalonieri.
Amico e ombra fidatissima del “Presidente”, uomo riservatissimo, severo con sé stesso prima ancora che con gli altri, a Palazzo Grazioli, ricordo, Paolo Bonaiuti neanche respirava pur di non “disturbare” il suo capo, a cui aveva scelto di dedicare tutto il suo tempo e il meglio della sua vita privata.
Chi lo ha conosciuto personalmente bene, come Giorgio Lainati, ancora oggi a distanza di tre anni esatti dalla sua morte, non fa altro che parlare di lui come del vero angelo custode di Silvio Berlusconi. Erano gli anni in cui insieme al generale Pietro Giannattasio filtrava le visite del suo “Principe” consigliandogli chi vedere e chi ricevere, e soprattutto chi non accettare a palazzo.
Figura affascinante, e anche un pizzico misteriosa, del Palazzo più amato e più discusso d’Italia, ma se a Palazzo Grazioli c’era Paolo Bonaiuti allora si sarebbe potuto essere certi e tranquilli che quel giorno nello studio di Silvio Berlusconi si sarebbe parlato solo di grandi temi politici.
Di Silvio Berlusconi era portavoce, suggeritore e confessore insieme, amico e “suocera” nello stesso tempo, ma soprattutto scrittore e saggista geniale che ha dato ai discorsi più importanti di Silvio Berlusconi quel valore aggiunto che solo certi filosofi moderni sanno ancora dare al mondo della narrazione politica.
Con lui – e in questo ha ragione Giorgio Lainati che ha fortemente voluto questo incontro – è scomparso per sempre uno dei grandi pensatori e animatori di Palazzo Grazioli, un vero signore d’altri tempi, garbato come non mai, e soprattutto incapace di pensare male della gente comune. Si può dire? Paolo era l’anima popolare di Palazzo Grazioli.
Nato a Firenze il 7 luglio 1940, di Silvio Berlusconi fu anche la sua ombra fedele alla Presidenza del Consiglio dei ministri nei governi Berlusconi II, Berlusconi III e Berlusconi IV, come Sottosegretario alla Presidenza. Aderisce prima all’esperienza di Forza Italia, poi del Popolo della Libertà e della rinata Forza Italia, per poi confluire nel Nuovo Centrodestra e infine in Alternativa Popolare.
Laureato in Giurisprudenza, aveva insegnato inglese e lavorato come copywriter nel campo della pubblicità. Capo del servizio economico del Giorno di Milano, dal 1975 è inviato speciale, prima per l’economia e la finanza, poi per gli avvenimenti di politica internazionale.
Nel 1984 entra al Messaggero di Roma come inviato e come editorialista, seguendo soprattutto i vertici del G7, gli eventi bellici, firmando inchieste sull’Europa che cambia, dalla caduta del Muro di Berlino a Maastricht. Nel 1992 diventa vicedirettore vicario. Ha collaborato anche con la Bbc, con la Radio della Svizzera Italiana e con altri media stranieri.
Molto critico nei confronti di Silvio Berlusconi all’epoca della sua entrata in politica, da vicedirettore del Messaggero il 7 gennaio 1994 scrisse un editoriale al vetriolo sulla “cacciata” di Indro Montanelli dal Giornale, intitolato “Va in onda la liberaldemocrazia”.
Carriera politica piena di riconoscimenti pubblici la sua: nel 1996 intraprende la carriera politica aderendo proprio a Forza Italia e venendo eletto deputato nelle sue liste. Rieletto nel 2001, diventa sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, carica che conserva fino alla primavera del 2006.
Rieletto anche nella XV e nella XVI legislatura, viene nominato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria il 22 maggio 2008. Dopo quattro legislature consecutive alla Camera dei deputati, alle elezioni politiche del 2013 viene eletto senatore con Il Popolo della Libertà nella circoscrizione Lombardia.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia. Il 21 aprile 2014 abbandona Forza Italia ed aderisce al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Il 18 marzo 2017, con lo scioglimento del Nuovo Centrodestra, confluisce in Alternativa Popolare. È il caso di dire, un grande giornalista prestato alla politica. (giornalistitalia.it)
Pino Nano