CAMPOBASSO – Ancora un episodio che lascia sconcertati. La giornalista Alessandra Potena di Trsp è stata costretta ad interrompere la telecronaca della partita di calcio tra Sambuceto e Città di Teramo, vinta dagli ospiti per 2-1, valida per la terza giornata del campionato di Eccellenza del girone unico Abruzzo.
«Alessandra – denuncia l’Ordine dei giornalisti del Molise, presieduto da Vincenzo Cimino, si trovava ai margini della tribuna stampa, troppo esigua per le esigenze del match, a ridosso dei tifosi teramani, quando è stata oggetto di una sorta di “caccia alla cronista ed al suo operatore” durante le operazioni di recupero del pallone. Con una prima pallonata i tifosi hanno sfiorato la telecamera di Trsp, con un’altra hanno colpito la collega alla nuca provocandole una forte emicrania che l’ha costretta ad interrompere la telecronaca.
L’Ordine dei Giornalisti del Molise, presieduto da Vincenzo Cimino, nell’esprimere «massima vicinanza e totale solidarietà alla collega», richiama l’attenzione sui rischi che i cronisti corrono quotidianamente negli impianti sportivi che, a qualsiasi livello, «devono essere dotati di adeguate tribune stampa che permettano agli operatori dell’informazione di svolgere in tutta tranquillità e con la giusta serenità il proprio lavoro».
Al tempo stesso, l’Ordine dei giornalisti del Molise, a cui Alessandra Potena è iscritta nell’elenco pubblicisti, auspica che «simili episodi cessino sui campi di calcio e che le autorità preposte sappiano individuare e segnalare i tifosi macchiatisi di questo episodio, accertando le loro responsabilità e comminando la giusta sanzione a quanti si sono resi protagonisti di questa brutta pagina che nulla a che vedere con lo sport».
A spiegare l’accaduto è stata la stessa giornalista: «Microfono e telecamera per riprendere la gara, posizionati, come da indicazioni, sugli spalti della Cittadella dello Sport di Sambuceto insieme a circa 200 tifosi biancorossi. Ebbene, qualcuno di loro ha avuto la brillante idea di lanciare un pallone, indirizzandolo verso la telecamera, che è stata sfiorata.
Non contenti hanno deciso di lanciare il pallone, con veemenza, dietro la mia nuca provocandomi un bel mal di testa».
«Ora, io mi chiedo: il senso? Ma possibile mai – sottolinea Alessandra Potena – che un giornalista e un operatore non possano svolgere in maniera tranquilla il proprio lavoro? A che pro? Quando cantate chiedete rispetto per voi, per i diffidati e poi? Beh, un tantinello paradossale.
Aggiungo che credo sia ora che le strutture sportive – in questo caso i campi di calcio – si attrezzino per far sì che la stampa tutta possa lavorare in maniera tranquilla e non a stretto contatto con persone che non permettono il corretto svolgimento. Ah, dimenticavo. Per poco non ci hanno bagnato le attrezzature…». (giornalistitalia.it)