ORTONA (Chieti) – “Così come siamo. L’Abruzzo del Novecento tra cinema e letteratura” è il titolo della rappresentazione teatrale, scritta e interpretata dal giornalista Oscar Buonamano, che si terrà mercoledì 27 luglio, alle alle 21.30, nel Convento di Sant’Anna ad Ortona, in Abruzzo. Lo spettacolo è in cartellone nell’ambito della manifestazione Estate Sant’Anna, sette giorni di cultura ideata e con la direzione artistica di Mauro Vanni.
Il viaggio mentale che lo spettacolo, Così come siamo, propone è rivolto (prevalentemente) a tutti coloro che non hanno mai visitato l’Abruzzo per assaporare attraverso la finzione del cinema e della letteratura, la bellezza senza tempo di una terra ancora poco conosciuta che custodisce bellezze e misteri che continuano ad ispirare artisti di ogni dove. Una narrazione che tratta di opere realizzate nel Secolo breve, una sorta di open day dal vivo, miscelato da musica, interpretazioni, filmati e curiosità per presentare, pur nella finitezza delle scelte effettuate per ovvie ragioni di tempo, una terra di natura, di storia e di accadimenti.
Ci sono tanti modi per raccontare una terra e molte sono le arti con le quali la si può raccontare. L’Abruzzo in questo senso è una terra fortunata, al pari di altre ovviamente, perché molti artisti l’hanno cantata, descritta e continuano a cantarla e a descriverla.
Molte di queste narrazioni hanno contribuito e contribuiscono a definirne la natura, l’essenza stessa, e, spesso, l’anima della comunità che la abita.
Ignazio Silone in una magistrale, insuperata e insuperabile descrizione dell’Abruzzo (introduzione al volume quattordicesimo della collana Attraverso l’Italia, Abruzzo e Molise, Touring Club del 1948), attribuisce alle caratteristiche morfologiche della regione gran parte di ciò che è accaduto nel corso della sua storia, «Il destino degli uomini nella regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne…».
Qualche anno prima nel suo libro più conosciuto, Fontamara, aveva elevato a dignità letteraria la figura del cafone così come fece, prima di lui, Gabriele D’Annunzio con la figura del pastore.
Fino alla fine degli anni Sessanta, l’Abruzzo è stato identificato e lo si è riconosciuto quasi esclusivamente attraverso questi stereotipi così ben descritti e definiti da due dei personaggi più illustri che in Abruzzo sono nati, D’Annunzio e Silone.
Oggi alle soglie del terzo millennio i pastori e i cafoni non sono più i protagonisti di questa terra e delle narrazioni a lei dedicate, anche la natura e l’ambiente non rappresentano più vincoli assoluti come nel passato. Ovvero la modernità con le sue infrastrutture ha modificato l’accesso al territorio e la percezione che di esso si ha. E dunque quella «natura impervia del territorio» che aveva fatto dire a Silone che «gli Abruzzesi sono rimasti stretti in una comunità di destino assai singolare, caratterizzata da una tenace fedeltà alle loro forme economiche e sociali anche oltre ogni pratica utilità, il che sarebbe inesplicabile se non si tenesse conto che il fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi, la natura», ha fatto i conti con lo scorrere del tempo e come lo stesso Silone afferma in conclusione di questo affresco, «con ciò non si vuole affermare che il carattere abruzzese sia immutabile: essendo stato prodotto dalla storia, esso può essere sciolto e modificato dalla storia».
E la storia ha modificato e continua a modificare questa terra così come, contestualmente, cinema e letteratura continuano a raccontare questi cambiamenti. (giornalistitalia.it)
I libri citati nello spettacolo
Publio Ovidio Nasone, Amores, 23 a.C.
Primo Levi, Abruzzo forte e gentile, 1882
Gabriele D’Annunzio, Trionfo della morte, 1894
Gabriele D’Annunzio, La figlia di Iorio, Fratelli Treves, Milano 1904
Benedetto Croce, Discorso di Pescasseroli, 21 agosto 1910
Ignazio Silone, prefazione ad Abruzzo e Molise, Touring Club 1948
Ignazio Silone, Fontamara, Mondadori, Milano 1949
Guido Piovene, Viaggio in Italia, Mondadori, Milano 1957
Pier Paolo Pasolini, La lunga strada di sabbia, 1959
Charles Bukowski, prefazione a Chiedi alla polvere, Black Sparrow 1980
Pier Vittorio Tondelli, Un weekend postmoderno, Bompiani, Milano 1990
Silvia Ballestra, Compleanno dell’iguana, Transeuropa e Mondadori, 1990
Silvia Ballestra, La guerra degli Antò, Transeuropa e Mondadori, 1991
Marc Augé, non luoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, Milano 1993
John Fante, La confraternita dell’uva, Einaudi, Torino 2004
Benedetto Croce, Due paeselli d’Abruzzo, Ricciardi e Associati, Roma 2014
Donatella Di Pietrantonio, L’arminuta, Einaudi, Torino 2017
I film citati nello spettacolo
Giuseppe De Santis, Uomini e lupi, 1957
Dino Risi, Straziami ma di baci saziami, 1968
Pietro Germi, Serafino, 1968
Liliana Cavani, Milarepa, 1974
Valerio Zurlini, Il deserto dei Tartari, 1976
Carlo Lizzani, Fontamara, 1980
Richard Donner, Ladyhawke, 1985
Jean-Jacques Annaud, Il nome della rosa, 1986
Mario Monicelli, Parenti serpenti, 1992
Sergio Rubini, Il viaggio della sposa, 1997
Riccardo Milani, La guerra degli Antò, 1999
Riccardo Milani, Il posto dell’anima, 2003
Gianluca Maria Tavarelli, Liberi, 2003
Daniele Vicari, L’orizzonte degli eventi, 2005
Kim Rossi Stuart, Anche libero va bene, 2006
Luc Jacquet, La volpe e la bambina, 2008
Anton Corbjin, The American, 2010
Pierluigi Di Lallo, Ambo, 2014
Matteo Garrone, Il racconto dei racconti, 2015
Silvio Soldini, Pane e tulipani, 2016
Claudio Amendola, Il permesso, 2017
Maccio Capotonda, Omicidio all’italiana, 2017
Il quadro
Francesco Paolo Michetti, La figlia di Iorio, 1° Premio all’Esposizione internazionale d’arte di Venezia, 1895
CHI È OSCAR BUONAMANO
Nato Foggia il 3 novembre 1962, dove è vissuto fino al 1984 anno in cui si trasferisce a Pescara per studiare architettura, Oscar Antonio Buonamano è giornalista pubblicista iscritto all’Ordine d’Abruzzo dal 28 maggio 1997. È consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e componente della Segreteria del Comitato Tecnico Scientifico. È stato vice presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo.
Durante gli anni dell’università conosce Carlo Pozzi, che insegna composizione architettonica a Pescara, e con il quale collabora per diversi anni all’università come cultore della materia interrogandosi sul ruolo del progetto di architettura nella trasformazione urbana. Gli studi di architettura, l’interesse per la letteratura e l’arte, e la voglia di capire il mondo sono, infatti, le passioni con le quali convive.
Ha pubblicato alcuni libri tra i quali Pescara città giardino, le case della pineta (Carsa edizioni, 2004) e La Battaglia di Ortona (Carsa edizioni, 2003). Organizza e dirige il festival letterario Conversazioni a Pescara in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, gestisce il blog Culture metropolitane su L’Espresso. Dirige il portale di narrazione sportiva calciototale.eu e culturemetropolitane.it ed è direttore responsabile di Pagina21. È editor di Lector in fabula, European cultural festival e collabora con Resto al Sud.
Tra le sue pubblicazioni, Abruzzo. Una regione in cammino fra memoria e futuro, (2019), L’Aquila. La città e il nuovo millennio (2018), Pescara città giardino, le case della Pineta (2014), Il Pescara di Zeman (2012). Ha collaborato alle pagine culturali dei quotidiani Il Centro e L’Attacco, del mensile Stilos.
É stato redattore del web magazine letterario Book Brothers e ha curato Culture metropolitane e Ri_letture, sul blog Parole e dintorni de la Repubblica Bari. Autore e conduttore dei programmi televisivi L’Aquila 2020. Fabbrica di futuro, Viaggio d’estate, Calcio Totale. Direttore editoriale Carsa Edizioni, è Editor di Lector in fabula, European cultural festival. (giornalistitalia.it)
Grande Oscar!!!