Dopo la figuraccia di gennaio, oggi il bis: 61 voti a favore, 51 contrari e 5 bianche

Ordine dei giornalisti ancora spaccato sulla riforma

Odg

Enzo Iacopino

Enzo Iacopino

ROMA – Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ancora una volta, spaccato sulla riforma della legge istitutiva. Dopo la figuraccia del gennaio scorso, quando il presidente Enzo Iacopino, forzando la mano, aveva respinto la proposta di rinvio (raccogliendo appena 59 voti favorevoli contro 57 contrari), oggi il bis: 61 voti a favore, 51 contrari e 5 schede bianche. Decisamente pochi per presentarsi in Parlamento con una proposta di legge “ampiamente condivisa”.
Alla base della spaccatura le solite motivazioni: divergenza di vedute delle due “scuole di pensiero” sull’individuazione dei riferimenti ideologici, utili a ispirare l’adeguamento delle regole per il futuro del mondo dell’informazione.
Un buon gruppo riteneva (e ritiene) che le cose possano continuare ad andare avanti come sono sempre andate. Senza cambiare niente o proponendo, tutt’al più, una spolverata a qualche orpello, giusto per non rimanere del tutto inerti. Altri, invece, sono sembrati convinti della necessità di una trasformazione più radicale dei presupposti della legge ordinistica. E, questo, per tentare di adeguare le regole alla trasformazione tumultuosa dei mezzi e degli operatori della comunicazione.
I temi controversi riguardano la figura del pubblicista, l’individuazione di nuove figure professionali, il numero dei rappresentanti della categoria e la loro ripartizione secondo gli elenchi di appartenenza.
“Sarebbe stata necessaria – sottolinea un gruppo di consiglieri nazionali dell’Ordine dei giornalisti – una saggia opera di mediazione da parte del presidente, ma Iacopino non aveva tempo. Era troppo impegnato a contestare la Fnsi e criticarne il contratto”.

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