ROMA – Ci siamo, è arrivata l’ora legale, il consueto cambio dell’orario che, come di consueto, nei paesi dell’Unione europea inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. Ciò vuol dire che tutti abbiamo dormito un’ora in meno, occhio quindi all’effetto jet-leg. In compenso stiamo guadagnando un’ora di luce in più, con un discreto risparmio sulla bolletta elettrica.
Il rischio, a parte un po’ di sonno in più, è anche quello di alzarsi vedendo aumentati alcuni dolori cronici come il mal di schiena. Meno sonno significa, infatti, meno riposo per i muscoli, di conseguenza la possibilità che la colonna vertebrale possa non lavorare correttamente, spiega Alessandro Napoli del Dipartimento di Scienze radiologiche dell’Università Sapienza di Roma. E per 3 o 4 giorni si potrebbe accusare “una maggiore sonnolenza al mattino, essere più facilmente irritabili, e provare un po’ più di spossatezza. Ma poi tutto torna come prima”, fa sapere il neurologo Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Irccs San Raffaele Turro di Milano e presidente dell’Associazione mondiale di medicina del sonno (Wasm). E ancora, “qualche fastidio in più lo proveranno le persone abituate a orari fissi per pasti e sonno, come i bimbi e gli anziani, che avvertono di più il cambiamento d’orario”. Ma lo specialista rassicura: “Si tratterà di uno scombussolamento contenuto. In fondo è come affrontare un minimo cambiamento del fuso”, solo un’ora. E gli esperti concordano sul fatto che disagi più consistenti cominciano ad avvertirsi con uno spostamento di almeno 2-3 ore.
L’unica fetta di popolazione che non avrà particolari problemi è invece rappresentata dalle “allodole”, “meno del 10% di italiani” abituati ad andare sotto le lenzuola presto alla sera e a svegliarsi di buon’ora. Un partito meno nutrito, perché “in generale noi siamo impostati in maniera tale che è molto più facile spostare il nostro sonno un’ora avanti piuttosto che indietro”.
Bambini
Sport e ore passate a giocare all’aria aperta sono invece l’antidoto ai problemi di sonno che minacciano i piccoli italiani. Con l’arrivo dell’ora legale, infatti, molti genitori italiani dovranno fare i conti con malumore e irritabilità di circa 230 mila bambini italiani sotto i 10 anni. Infatti per i bimbi, “abitudinari come nessuno”, il nuovo orario “avrà l’effetto di un viaggio da Milano a Londra, con i disturbi legati al jet lag. L’orologio biologico dei più piccoli è quello che compensa peggio. Un inutile stress che però – garantisce l’esperto – si assorbirà in circa una settimana. Ma in realtà tutto questo si potrebbe facilmente evitare adottando finalmente l’ora legale per tutto l’anno. In questo modo – all’AdnKronos Salute il pediatra Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta, da anni sostenitore dell’ora legale «fissa» – avremmo un’ora di luce in più nelle giornate invernali, preziosa in particolare per i bambini che potrebbero trascorrere un po’ più di tempo all’aperto”.
Ma perché, due volte l’anno, si cambia orario?
L’idea di spostare le lancette per sfruttare le ore di luce della bella stagione viene spesso attribuita a Benjamin Franklin per un articolo satirico pubblicato sul quotidiano francese “Journal de Paris” nel 1784 e riguardante il risparmio energetico. Tuttavia la maggioranza degli storici ritiene che il primo ad aver teorizzato l’ora legale è stato il biologo George Vernon Hudson che nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell’orologio in avanti durante l’estate per usufruire di ore di luce in più. La sua idea ricevette poco consenso e venne accantonata fino a quando, nel 1907, il costruttore inglese William Willet la propose come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale.
Così, nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera all’applicazione del progetto, intitolato “British Summer Time” (“Ora estiva inglese”), basato sullo spostamento delle lancette dell’orologio un’ora in avanti nel periodo estivo. Da lì, in breve tempo, la maggior parte delle nazioni adottò il nuovo “sistema” fino a quando venne definitivamente regolamentato dalla normativa europea. La direttiva 2000/84/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001 stabilisce che in tutti i paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. (adnkronos)
Abbiamo dormito un’ora in meno, ma risparmieremo sulla bolletta elettrica