NEW YORK (Usa) – “Più di 700 giornalisti sono stati uccisi negli ultimi dieci anni, semplicemente per portare notizie e informazioni al pubblico, ma solo il 7% dei casi vengono risolti, e si indaga pienamente su meno di un reato su dieci”.
A lanciare l’allarme è il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione della Giornata internazionale per la fine dell’impunità dei crimini contro i giornalisti, istituita nel 2014 dall’Unesco per ribadire, ogni anno, l’urgenza di di proteggere i giornalisti e per commemorare i due giornalisti francesi, Ghislaine Dupont, 51 anni, e il collega Claude Verlon, 58, uccisi in Mali il 2 novembre 2013.
“Dobbiamo fare di più per combattere questa tendenza – ha detto, ancora, il segretario generale delle Nazioni Unite – e fare in modo che i giornalisti possano riferire liberamente. I giornalisti non dovrebbero impegnarsi in auto-censura perché temono per la loro vita”.
“Negli ultimi sei anni, – ha sottolineato Ban Ki-moon – ho pubblicamente e inequivocabilmente condannato più di 540 casi di uccisioni di giornalisti, operatori dei media e dei produttori di social media. L’impunità quasi totale per gli autori di crimini contro i giornalisti va contro tutto ciò che noi rappresentiamo, i nostri valori condivisi, i nostri obiettivi comuni”.
Lo ha ricordato Ban Ki-moon nella Giornata internazionale contro l’impunità