Ritenuto colpevole della morte del fotoreporter e del collega russo Andrei Mironov

Omicidio Rocchelli: Markiv condannato a 24 anni

Andrea Rocchelli (a destra) e Andrei Mironov

PAVIA – La Corte di Assise di Pavia, presieduta da Annamaria Gatto, ha condannato a 24 anni di carcere (7 in più di quanti ne aveva chiesti il pm Andrea Zanoncelli nella sua requisitoria) Vitaly Markiv, il 29enne militare della Guardia nazionale ucraina ritenuto colpevole dell’omicidio del fotoreporter pavese Andrea Rocchelli, ucciso il 24 maggio del 2014 vicino a Sloviansk in Ucraina. Per Markiv il pm aveva chiesto una condanna a 17 anni. Rocchelli era stato ucciso mentre stava effettuando un reportage sulle sofferenze della popolazione civile nel Donbass durante il conflitto tra esercito ucraino e filorussi.
Un agguato a colpi di mortaio nel quale perse la vita anche il giornalista russo Andrei Mironov, mentre rimase ferito e riuscì a salvarsi il fotografo francese William Roguelon.
Un processo durato oltre un anno: la sentenza è stata emessa dopo più di cinque ore di camera di consiglio. La condanna è più pesante delle richieste dell’accusa in quanto la Corte d’Assise non ha ritenuto sussistenti le attenuanti generiche che erano state citate dal pm Andrea Zanoncelli nella sua requisitoria.

Vitaly Markiv

Subito dopo la lettura del verdetto si sono vissuti momenti di tensione nella Sala dell’Annunciata, utilizzata per l’atto finale di questo processo. Markiv ha urlato verso i numerosi ucraini presenti in aula “Gloria all’Ucraina!” e i suoi connazionale gli hanno risposto “Gloria all’eroe!”. Fuori dalla Sala dell’Annunciata numerosi ucraini, in lacrime, hanno chiesto a gran voce “libertà per Markiv”. “Continuiamo a combattere, nostro figlio è innocente”, hanno affermato i genitori di Markiv.
“Per noi è comunque un momento difficile. Ma questa sentenza rende giustizia ad Andrea e a tutti i giornalisti che rischiano la vita per raccontare la verità”: a dichiararlo sono stati Rino Rocchelli ed Elisa Signori, genitori di Andrea Rocchelli.
“Ringraziamo la Procura e le forze dell’ordine per il grande lavoro investigativo svolto in questi anni – hanno aggiunto il padre e la madre del fotoreporter ucciso cinque anni fa in Ucraina – e diciamo grazie anche ai giornalisti che hanno seguito con grande attenzione tutto lo sviluppo del processo”.
“È stata un’inchiesta difficile, ma il lavoro investigativo è stato svolto con il massimo scrupolo”, ha commentato Giorgio Reposo, procuratore di Pavia. “È una sentenza importante, per Andrea e per tutti i giornalisti in nome dei principi sanciti dall’articolo 21 della nostra Costituzione”, ha sottolineato Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa che si era costituita parte civile al processo insieme all’Alg (Associazione lombarda dei giornalisti, rappresentata oggi dal presidente Paolo Perucchini); ad entrambe è stato riconosciuto un risarcimento di 5mila euro (al quale andrà aggiunto poi quello in sede civile).
Nella sentenza la Corte d’Assise ha trasmesso alla Procura di Roma la richiesta, avanzata dalla Procura, di aprire un’indagine su un ufficiale della Guardia nazionale ucraina, anche lui ritenuto coinvolto nell’omicidio Rocchelli. (ansa)

Micalizzi: “La giustizia ha vinto, resta la sofferenza per morte di Andy”

“Oggi ha vinto la giustizia, è passato il messaggio che i giornalisti non si toccano, perché siamo sempre più bersagli nelle zone di conflitto. Un processo non ridà indietro i propri cari e la sofferenza per Andy resta”.
A dirlo all’Adnkronos Gabriele Micalizzi dopo la condanna a 24 anni di carcere per Vitaly Markiv, il 29enne con doppia cittadinanza ucraina e italiana, per l’omicidio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso il 24 maggio del 2014 vicino a Sloviansk in Ucraina.
Micalizzi, fondatore del collettivo di fotografia “Cesura Lab” di cui faceva parte anche Andrea Rocchelli, era rimasto ferito lo scorso febbraio in Siria mentre raccontava la caduta delle ultime roccaforti dell’Isis.

Amnesty Italia: “Estremamente soddisfatti dalla sentenza”

“Si è rischiato a lungo che, in nome dei buoni rapporti tra Italia e Ucraina e delle forti pressioni esercitate da Kiev, sulla morte di Rocchelli e Mironov non potesse esserci alcun accertamento delle responsabilità. Non è stato così e ne siamo estremamente soddisfatti’”. Così Amnesty International Italia commentando la condanna a 24 anni di carcere del soldato della Guardia nazionale ucraina Vitaly Markiv, giudicato responsabile dell’omicidio del fotoreporter Andrea Rocchelli, ucciso in Ucraina il 24 maggio 2014 in un attentato in cui perse la vita anche il difensore dei diritti umani Andrej Mironov.
Insieme a Mironov, Rocchelli stava lavorando a un reportage sulle sofferenze della popolazione civile della regione del Donbass, contesa tra gruppi separatisti filorussi e l’esercito di Kiev. Grazie alle testimonianze dell’unico superstite, il fotografo francese William Roguelon, è stato possibile aprire in extremis un processo. (adnkronos)

 

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