Porte in faccia ai giornalisti. Muscat non lascia. L’Europa: “Assicurare inchiesta e giustizia”

Omicidio Caruana Galizia: Malta sotto assedio

Daphne Caruana Galizia

LA VALLETTA (Malta) – Momenti carichi di tensione tra giornalisti e forze di sicurezza maltesi al termine della conferenza stampa del premier Joseph Muscat nel palazzo Castille, dove si è riunito l’esecutivo sull’indagine relativa all’uccisione di Daphne Caruana Galizia.
I reporter, all’uscita del premier dalla sale delle conferenze, si sono visti sbarrare le porte in faccia e, alla richiesta di spiegazioni, le forze di sicurezza si sono trincerate in un inspiegabile silenzio, seguito dalle proteste e dalle urla di alcuni giornalisti.

NESSUNA GRAZIA AL PRESUNTO MANDANTE DELL’OMICIDIO

È stata respinta dal gabinetto del governo di Malta la richiesta di grazia dell’imprenditore Yorgen Fenech coinvolto nell’omicidio della giornalista Dafne Caruana Galizia. Lo ha annunciato il premier Joseph Muscat al termine della riunione fiume dell’esecutivo precisando di essersi astenuto.
«Ha ricevuto due richieste di grazia per Fenech. La prima domenica con il parare negativo del capo polizia e del procuratore generale che ho respinto – ha dichiarato – e la seconda in queste ore. Nonostante il nuovo parere negativo del capo della polizia e del procuratore generale, ho deciso di astenermi e di far decidere al gabinetto, che all’unanimità l’ha respinta».

MUSCAT NON CEDE: «RESTO FINO ALLA FINE DELL’INDAGINE»

Nonostante le pressioni che arrivano da fuori e dentro il Parlamento per farlo dimettere, il premier maltese, Joseph Muscat, non cede. Al termine della riunione di urgenza del gabinetto di governo, durata sette ore, in conferenza stampa Muscat ha detto che intende rimanere in carica “fino alla conclusione dell’indagine” sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia.
«Ho preso l’impegno di chiudere questo caso sotto la mia responsabilità», ha continuato Muscat come riportano i media maltesi: «Il fatto che siamo andati così avanti significa che le indagini non sono state compromesse».
Muscat è sotto pressione per il fatto che il suo ormai ex braccio destro, l’ex capo di gabinetto Keith Schembri, era presente a diversi incontri con i servizi segreti e il premier in cui si era parlato dell’imprenditore Yorgen Fenech come il principale sospetto nel caso Caruana.
Schembri è stato arrestato, interrogato e rilasciato ieri, mentre a Fenech – arrestato nei giorni scorsi e che ha indicato in Schembri il mandante dell’omicidio –  è stata negata la grazia presidenziale.
Nei giorni scorsi, Muscat aveva promesso di dimettersi qualora venisse trovato un suo legame con l’assassinio della giornalista.

L’EUROPA A MUSCAT: «ASSICURARE UN’INCHIESTA INDIPENDENTE»

Dunja Mijatovic

«Sono seriamente preoccupata per le recenti accuse su interferenze politiche nell’indagine sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia»: è quanto scrive Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata al Primo ministro maltese Joseph Muscat.
Nella lettera Mijatovic chiede a Muscat e al suo governo «di assicurare che l’inchiesta sia pienamente indipendente in modo da garantire che vi sia la tanto attesa giustizia per la famiglia della giornalista e l’intera società maltese».
Nella missiva il commissario evidenzia che Malta, in quanto Stato membro del Consiglio d’Europa, è tenuta a condurre l’indagine in modo efficace e che questo significa «che le persone che indagano devono essere totalmente indipendenti da qualsiasi influenza o interferenza politica».
Questo vuol dire, continua Mijatovic, «non solo l’assenza di qualsiasi connessione gerarchica o istituzionale, ma anche un’indipendenza pratica».
La lettera termina con la richiesta del commissario a Muscat e al suo governo «di astenersi dal fare qualsiasi azione che sia in contrasto con questo standard del Consiglio d’Europa. A Mijatovic ha già risposto il ministro della giustizia, Owen Bonnici. assicurando che le indagini condotte dalla polizia e la magistratura «sono, e sono sempre state, libere da qualsiasi interferenza politica» e spigando che «il governo si rammarica dei continui tentativi di discreditare le indagini».
Secondo Bonnici gli ultimi sviluppi nelle indagini dimostrano che chi la conduce è indipendente. «Le misure straordinarie prese dall’esecutivo – la grazia a uno dei sospetti in cambio di informazioni – non costituiscono un’interferenza ma hanno invece permesso enormi passi avanti nell’indagine», specifica il ministro. (ansa)

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