LA VALLETTA (Malta) – Melvin Theuma, che ha confessato di essere stato l’intermediario tra i mandanti e gli esecutori materiali del complotto per l’omicidio della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, è stato ricoverato all’Ospedale Mater Dei a Malta dopo essere stato trovato in gravi condizioni la notte scorsa nella sua abitazione con ferite da coltello al collo e al petto a poche ore da una nuova udienza del processo sull’assassinio della cronista, uccisa in un attentato dinamitardo il 16 ottobre 2017. Per la polizia i primi rilievi farebbero pensare ad un tentativo di suicidio. L’uomo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico.
A dare l’allarme sarebbe stato il suo legale, non riuscendo a mettersi in contatto con lui: a quel punto gli agenti messi di guardia davanti alla sua abitazione per proteggerlo 24 ore su 24 sono entrati nella casa, dove lo hanno trovato circondato da una grande quantità di sangue.
Il processo per il caso è ripreso a giugno, dopo vari mesi di sospensione per l’emergenza Coronavirus. Theuma, un ex tassista, ha ottenuto l’impunità grazie ad un indulto presidenziale successivo alla sua testimonianza in cui indicava nell’uomo d’affari Yorgen Fenech il mandante dell’omicidio. Theuma ha sostenuto di aver fatto da intermediario, pagando tre persone accusate di aver piazzato l’ordigno che ha causato la morte della giornalista.
A sua volta Fenech, contro cui viene istruito il processo in cui era attesa una nuova testimonianza di Theuma, ha messo in dubbio la ricostruzione dell’ex tassista, puntando il dito contro Keith Schembri, già capo di gabinetto dell’ex premier Joseph Muscat.
Theuma ha detto ad un magistrato di aver vissuto nella paura da quando fu commesso l’assassinio: «La mia vita – ha affermato – è finita alle tre del pomeriggio del 16 ottobre 2017», l’ora e la data precisa dell’assassinio. (adnkronos/europa press)