ROMA – È polemica sul servizio “Morte di Soffiantini. Cubeddu, uno dei suoi rapitori, latitante da oltre 20 anni”, realizzato dalla giornalista Francesca Romana Elisei e andato in onda sul TG2 delle 20.30 del 13 marzo scorso. Fnsi ed Usigrai hanno, infatti, espresso solidarietà alla collega denunciando che ha ricevuto “commenti intimidatori e violentemente offensivi dopo la realizzazione del servizio ad Arzana, in Sardegna, su Attilio Cubeddu, 71 anni, il latitante che 20 anni fa fu autore del sequestro di Giuseppe Soffiantini che rimase sequestrato per 237 giorni.
Cubeddu è latitante dal gennaio 1997, quando, approfittando di un permesso premio, evase dal carcere nuorese di Badu ’e Carros dove stava scontando una condanna definitiva a 30 anni di reclusione per il sequestro della giovane Cristina Peruzzi, avvenuto nel senese nell’ottobre 1981. Esponente di spicco dell’Anonima sarda, è inserito nella lista dei latitanti di massima pericolosità del Ministero degli Interni.
“La reazione di alcuni giovani cittadini di Arzana e anche di molti intervistati – secondo Usigrai ed Fnsi – è indice di quanta omertà ci sia ancora in quel territorio. Ma il dovere dei cronisti è quello di raccontare quel che si vede e si sente, tra l’altro senza intervenire con alcun commento, come ha fatto la collega, ma facendo il proprio lavoro che è quello di porre domande e acquisire risposte. Quel che ne è uscito è uno spaccato preoccupante di persone che sembrano più attente a difendere un delinquente latitante che il senso dello Stato ed il rispetto della legge”.
“Non c’è nessun attacco, da parte di Francesca Romana Elisei, alla comunità sarda e siamo convinti – conclude il sindacato – che la maggioranza dei sardi e degli Arzanesi sia dalla sua parte, dalla parte della verità, della legalità e della buona informazione. La collega ha svolto pienamente il ruolo di giornalista del servizio pubblico radiotelevisivo e a lei come ad altri giornalisti attaccati e minacciati va data la massima solidarietà da parte di tutti gli organismi e istituti della categoria”.
Non la pensa così il sindaco di Arzana, Marco Melis, che comunque, a livello personale ed a nome di tutta la comunità, esprime “solidarietà piena alla giornalista del Tg2 che è stata fatta oggetto di commenti offensivi da parte de alcuni cittadini di Arzana”.
“Condanniamo fermamente questi gesti, ma – sottolinea Melis all’Ansa – non ci riconosciamo nel servizio fatto dal Tg, che ha offeso paese, e respingo al mittente le considerazioni contenute nel comunicato dell’Usigrai e della Fnsi in cui la comunità viene definita onerosa e più preoccupata a difendere «un delinquente latitante che il senso dello Stato e il rispetto della legge”.
Sull’accusa di “omertà nel territorio”, il primo cittadino attacca: “ma di quale omertà stiamo parlando? Quando si chiede ai cittadini di una piccola comunità dove si conoscono tutti, di parlare di un argomento così delicato davanti a una telecamera, la gente scappa. Ha paura di esprimersi perché qualunque cosa si dica si può sbagliare. La famiglia Cubeddu vive ad Arzana e non può essere condannata per le colpe di uno dei suoi componenti”.
“Sui messaggi offensivi e intimidatori alla giornalista mi sono già espresso e la mia condanna è piena, ma vorrei anche avere la possibilità di esercitare il mio diritto di critica verso quel servizio. – osserva il sindaco – Posso affermare che quella trasmissione ha offeso la parte sana della comunità di Arzana, insegnanti medici, ingegneri, gente che lavora. Il quadro dato – spiega ancora – è un quadro parziale, in cui è stata enfatizzata una storia vecchia senza la giusta evidenza sulle situazioni che sono cambiate. Non si parla della realtà di Arzana, che ha alti tassi di laureati, della stragrande maggioranza dei cittadini che lavorano. In questo modo si è ferita una comunità che non si riconosce in quella immagine data”. (giornalistitalia.it)