PERUGIA – La Corte d’appello di Perugia ha assolto il somalo Hasci Omar Hassan dall’accusa di avere partecipato all’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, a Mogadiscio nel marzo ‘94. La sentenza è arrivata al termine del processo di revisione.
Omar Hassan si è sempre proclamato innocente. Ha scontato in carcere 16 dei 26 anni che gli erano stati inflitti. Oggi Hassan era in aula insieme alla madre di Ilaria Alpi, Luciana, che ha sempre sostenuto la sua estraneità al duplice delitto.
La donna è molto amareggiata e depressa per la figlia. “È come se lei e Miran Hrovatin fossero morti per il caldo che faceva a Mogadiscio. La verità non l’abbiamo e secondo me non l’avremo mai”.
“Ormai – ha detto ancora Luciana Alpi – sono passati quasi 23 anni e il tempo è dalla loro. Non dalla mia parte. Ora non so cosa farò. Sono stanca e non ho più voglia di farmi prendere in giro da queste persone. Perché ci hanno riempito di bugie, di depistaggi, e non hanno combinato nulla”.
“Oggi mi sento male – ha sottolineato la mamma di Ilaria Alpi –, non sto bene. Sono offesa, amareggiata. Dovrebbero avere un po’ di vergogna tutti questi magistrati che si sono susseguiti nelle indagini di Ilaria ad essere a questo punto dopo 23 anni. Dopo le battaglie che abbiamo fatto mio marito e io. Dai giudici non mi aspetto niente”.
La signora Alpi ha quindi evidenziato come Omar Hassan sia stato assolto “grazie a una giornalista”. “Non grazie alla procura di Roma – ha aggiunto – o a un’altra, ma grazie a lei. Perché se non ci fosse stata Chiara Cazzaniga (la giornalista di Chi l’ha visto che ha rintracciato e intervistato il supertestimone – ndr) probabilmente Hasci sarebbe ancora in carcere. Questo glie lo dobbiamo anche perché spesso si parla male dei giornalisti e invece spesso fanno più del loro dovere”.
“Questa sentenza – ha detto Luciana Alpi – è per me un piacere immenso perché noi, parlo ancora al plurale come se ci fosse mio marito, ci siamo sempre battuti per la sua innocenza. Abbiamo sempre detto che era un capro espiatorio e che lo avevano scelto apposta per darci un colpevole. Noi non avevamo bisogno di un colpevole ma vogliamo ‘il colpevole’, che ancora non abbiamo”. (Ansa)
Luciana Alpi: “Se non ci fosse stata Chiara Cazzaniga sarebbe ancora in carcere”