La Lazio nega l’accredito ad Emiliano Bernardini “per un articolo non gradito”

Olimpico vietato al giornalista del Messaggero

Emiliano Bernardini

Emiliano Bernardini

ROMA – Una “spiacevole questione”, come la definisce Il Messaggero, quella legata all’accredito che la Lazio “ha negato senza motivazione e arbitrariamente al nostro giornalista, Emiliano Bernardini”.
Sull’accaduto è intervenuto il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che “deplora il comportamento della Società Sportiva Lazio che ha negato l’accesso all’Olimpico al giornalista del Messaggero Emiliano Bernardini. Motivo: un articolo uscito sul quotidiano romano non gradito alla società. Una decisione inaccettabile, – incalza il Consiglio nazionale Odg – che viola la libertà di stampa, sancita da leggi e tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. La Lazio avrebbe potuto chiedere la rettifica alle notizie riportate nell’articolo, non vietare a Bernardini la possibilità di fare il proprio lavoro. Sono altresì da stigmatizzare le parole del direttore sportivo della società che ha rilasciato dichiarazioni lesive della professionalità di Bernardini. Il presidente della Lazio Claudio Lotito, iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, non è nuovo a decisioni del genere. Più di altri dovrebbe conoscere quali sono i diritti e i doveri del giornalista. Avere la tessera dell’Ordine comporta il rispetto delle regole. Questo Lotito dovrebbe saperlo”.
Solidarietà al giornalista del Messaggero arriva anche da parte del consiglio dell’Ussi, l’Unione Stampa Sportiva, Roma e del suo presidente Jacopo Volpi: “Al di là dei torti e delle ragioni, negare ad un giornalista la possibilità di entrare allo stadio a svolgere il proprio lavoro è sicuramente il modo peggiore che la Lazio poteva scegliere per far sentire la propria voce. Esistono le notizie, – sottolinea l’Ussi Roma – le fonti e soprattutto le eventuali smentite che la Lazio avrebbe potuto fare e che sicuramente avrebbero trovato adeguato spazio sulle pagine sportive del glorioso quotidiano. Il consiglio di presidenza dell’issi si augura altresì che si tratti di un caso isolato e che da domani si torni a lavorare su un binario di estrema correttezza e nel rispetto dei reciproci ruoli. Tutto ciò che assomiglia ad una sanzione non può che essere da condannare”.

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