MILANO – Ha chiesto di essere processato con rito abbreviato il giornalista Maurizio Belpietro, accusato di avere “offeso pubblicamente la confessione religiosa dell’Islam, mediante vilipendio di coloro che la professano” per la pubblicazione sulla prima pagina di Libero, giornale di cui all’epoca era direttore, di un articolo dal titolo “Questo è l’Islam”, il giorno dopo l’attacco terroristico al settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi, l’8 gennaio 2015. Articolo corredato dall’occhiello “strage in un giornale a Parigi” e da una foto dell’esecuzione commessa da un terrorista. La richiesta di abbreviato è stata avanzata dall’avvocato Valentina Ramella, legale di Belpietro, attualmente direttore de La Verità, nel corso del dibattimento davanti al Tribunale.
Il pm Piero Basilone ha contestato a Belpietro, pure l’aggravante di “avere commesso il fatto per finalità di discriminazione e di odio religioso” e la violazione della legge Mancino del 1993 che punisce la “discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 28 marzo.
Nel dicembre scorso il giornalista era stato assolto “perché il fatto non sussiste” per una vicenda analoga: la pubblicazione sulla prima pagina di Libero di un articolo dal titolo “Bastardi islamici”, il 14 novembre 2015 dopo la strage del Bataclan.
“Per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi – aveva detto in aula il giornalista – perché ‘islamici’ era aggettivo relazionale del sostantivo ‘bastardi’ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, ‘bastardi musulmani’”. (ansa)
È imputato per il titolo sulla prima pagina di “Libero” dopo la strage di “Charlie Hebdo”