CAGLIARI – “La crisi sta indebolendo il sistema complessivo dell’informazione, spetta innanzitutto ai giornalisti il compito di difendere e rafforzare l’autonomia e il ruolo di una professione essenziale in un sistema democratico”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Filippo Peretti, aprendo ieri a Cagliari l’assemblea convocata per il rinnovo del Consiglio regionale. Conclusa la relazione introduttiva, Peretti, che lascia dopo tre mandati, ha insediato i seggi elettorali di Cagliari, Sassari e Nuoro.
Il presidente uscente ha diviso la relazione in tre parti. La prima sullo stato di salute del giornalismo nell’isola, la seconda sulla formazione obbligatoria, la terza sulla riforma dell’Ordine. Lo stato di salute della professione – ha detto Peretti – risente in modo serio della crisi delle aziende editoriali, della riduzione del pluralismo con la chiusura di giornali e il ridimensionamento della televisioni private, della crescita della disoccupazione e del dilagare del precariato. Sono sorte numerose testate giornalistiche sul web, ma faticano – così come quelle dei grandi giornali tradizionali – a produrre profitti a sostegno dell’occupazione. A far perdere peso al ruolo del giornalismo è anche il fatto che le redazioni sono stremate dai tagli agli organici e dalle ristrutturazioni aziendali. Nella speranza che questa crisi abbia una fine e che i nuovi sistemi editoriali inizino a garantire il reddito necessario, ai giornalisti spetta il compito di difendere il prestigio e il senso di una professione di cui oggi, in questo confuso dilagare delle informazioni senza verifiche e senza regole, si sente ancora di più il bisogno.
A ridare slancio all’attività giornalistica e a restituire il necessario entusiasmo ai suoi protagonisti può contribuire la formazione continua e obbligatoria. Per la Sardegna Peretti ha tracciato un primo positivo bilancio dell’attuazione della riforma introdotta dal dpr 142 del 2012.
“Nelle percentuali di partecipazione ai corsi e di acquisizione dei crediti – ha detto Peretti – i colleghi sardi sono ai primissimi posti, con media superiori al doppio rispetto a quelle nazionali. Dopo la fase di avvio, ora occorre fare un ulteriore sforzo verso una sempre maggiore qualità. Il Consiglio uscente, che ringrazio, ha garantito le risorse finanziarie necessarie per la copertura dei costi”.
Infine, la riforma complessiva dell’Ordine. Un anno fa il Consiglio dell’Odg sardo ha presentato una proposta che prende spunto dalle novità introdotte dal Dpr del 2012, che ha anche istituito i Consigli di disciplina per i procedimenti disciplinari (competenza prima esercitata dal Consiglio dell’Ordine). “Ora che non siamo più giudizi di primo e di secondo grado – ha detto Peretti – è di fatto superata la incompatibilità tra Consigli regionali e Consiglio nazionale. Il doppio sistema si sta per giunta rivelando un ostacolo nell’organizzazione della formazione continua, che è diventata, assieme alla vigilanza sugli iscritti e alla tenuta dell’Albo, il vero banco di prova dell’Ordine. Eliminando il Consiglio nazionale e lasciando in piedi il solo Esecutivo che possa lavorare assieme e in coordinamento con i Consigli regionali sulla formazione si risparmierebbero inutili passaggi burocratici e soprattutto alcuni milioni di euro del bilancio nazionale, fondi che potrebbero più produttivamente essere investiti nella formazione per garantire qualità di alto livello”.
Nel congedarsi, il presidente dell’Odg della Sardegna ha rivolto i migliori auguri di buon lavoro al futuro Consiglio e ha ringraziato il personale dell’Ordine (la dirigente Paola, le segretarie Silvana e Silvia e il consulente Andrea) per la straordinaria efficienza dell’ufficio, che ha consentito ai dirigenti uscenti di operare nelle migliori condizioni possibili.
Bilancio e proposte dopo 9 anni di presidenza dell’Ordine della Sardegna