CAMPOBASSO – Lo Sportello dei diritti digitali, dedicato esclusivamente ai problemi che i giornalisti si trovano a dover affrontare nell’era di internet: lo ha attivato l’Ordine dei giornalisti del Molise, “sulla scorta dell’ottima riuscita dei colleghi toscani e su richiesta del consigliere Luigi Albiniano”.
«Un servizio di primo orientamento gratuito – spiega Vincenzo Cimino, presidente dell’Ordine molisano – sui problemi giuridici che riguardano in particolare il mondo di internet. Durerà tre anni, grazie a tre avvocati (pubblicisti e/o esperti dell’informazione) che ci hanno seguiti in questa avventura: studio legale Roberto e Laura Iacoponi di Termoli, studio legale Antonino Mancini e studio legale Daniele Petrecca, entrambi di Isernia. Il primo collaborerà solo per il primo anno (fino al 10 aprile 2022), il secondo solo per il secondo anno e chiuderà appunto Daniele Petrecca per il terzo. I legali in convenzione (previa partecipazione alla manifestazione di interesse con avviso pubblico a marzo scorso), sono a disposizione degli iscritti dietro prenotazione dell’appuntamento presso il loro studio o dietro richiesta di parere che dovrà avvenire tramite gli uffici di segreteria dell’Ordine o direttamente dall’iscritto purché in regola col pagamento delle quote».
Tra i pareri in materia di diritti digitali e giornalismo che possono essere richiesti: come applicare il diritto all’oblio nel giornalismo online; diffamazione online, come comportarsi su siti, blog e social; come si applica online il diritto d’autore; Carta di Roma, Carta di Treviso (minori), blog e social, foto e immagini in rete, casi di cronaca (suicidi e casi di particolare gravità).
Per prenotarsi – fa sapere l’Odg Molise – occorre inviare una email a odgmolise@gmail.com o direttamente all’idrizzo email dei legali, specificando nome, cognome, contatti, con una breve descrizione del proprio problema. L’avvocato risponderà compatibilmente con i suoi impegni.
«Attenzione – precisa Cimino –, non sono autorizzati pareri da richiedere telefonicamente e si invitano i colleghi a non utilizzare altre forme di accesso al servizio». (giornalistitalia.it)